Sempre più ricchi e sempre più poveri,cresce la diseguaglianza sociale
L’Italia a passo di gambero. La ricchezza delle famiglie è tornata ai livelli degli anni novanta, ma pesa molto la sperequazione sociale. Infatti, oggi, secondo la Banca d’Italia, il 10% delle famiglie detiene il 46% della ricchezza di tutta la nazione, mentre il 50% degli italiani possiede il 9,4% della ricchezza. Un dato che, tra le altre cose, riguarda i dati del 2010 e che potrebbe essersi aggravato con l’avanzare della crisi. Secondo Bankitalia, infatti, l’indice di Gini, che misura il grado di disuguaglianza, risulta in aumento. Insomma, un paese che sta tornando indietro ma che soprattutto sta diventando sempre più iniquo.
Un paese che si impoverisce. Il 2007 è stato l’anno in cui l’Italia ha toccato il suo più alto livello di ricchezza in termini reali. Ma la crisi ha drammaticamente cambiato le cose. Nel giro di tre anni la ricchezza è diminuita del 5,8%. Il calo è stato repentino dal 2010 al 2011, pari al 3,4%, mentre nel primo semestre 2012, secondo stime preliminari, il calo (in termini nominali) è stato dello 0,5%.
Investire nel mattone? Non conviene più. Alla fine del 2011, Le famiglie italiane detenevano una ricchezza abitativa pari a poco più di 5.000 miliardi di euro. Questo valore è aumentato dell’1,3% rispetto alla fine del 2010 in termini nominali. Se però si guarda al valore reale (cioè rispetto al tasso di inflazione) c’è stata una contrazione in un anno di 1,4% punti percentuali.
Famiglie in rosso, un trend in aumento. Il 2,8% delle famiglie italiane è totalmente in rosso. In questo caso la ricchezza netta, cioè i beni reali e redditi al netto dei debiti, è negativa. Questo significa che il 2,8% delle famiglie ha un indebitamento tale da non essere compensato nemmeno dal valore della propria abitazione, qualora sia di proprietà. Dal 2008 al 2010 il numero delle famiglie in rosso è diminuito -0,4%, ma se si guarda alla tendenza dal 2000 ad oggi, si può notare una “lieve ma graduale crescita”.
Un sistema ancora solido, ma fino a quando? L’Italia rimane comunque uno dei paesi con maggiore ricchezza netta pro capite. A questo contribuisce, nella gran parte, il gran numero relativo di cittadini che possiedono un’abitazione. Circa l’80% delle famiglie, infatti, vive in casa di proprietà. Alla fine del 2011 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a circa 8.619 miliardi di euro, corrispondenti a poco più di 140mila euro pro capite e 350mila euro in media per ogni nucleo familiare. Le famiglie italiane hanno, quindi, un’elevata ricchezza netta, pari a 8 volte il reddito disponibile (dati 2010), contro l’8,2 del Regno Unito, l’8,1 della Francia, il 7,8 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 5,3 degli Stati Uniti. Altro aspetto importante è il basso indebitamento delle famiglie italiane: il debito in media è pari al 71% del reddito disponibile. In livello basso se confrontato con altri paesi come Francia e Germania dove è di circa il 100%, per non parlare poi di Stati Uniti e in Giappone dove è del 125%, mentre in Canada e nel Regno Unito l’indebitamento privato è rispettivamente del 150% e del 165%.
Twitter: @PaoloRibichini
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