Berlusconi fa guadagnare consensi al Pdl, Grillo in difficoltà
Forse era previsto. Ma Berlusconi sicuramente immaginava un risultato ben più ampio, lui che ha sempre ritenuto di essere l’unico a destra ad essere dotato del quid. La sua ridiscesa in campo fa fare un piccolo salto in avanti al Pdl: dal 13,9 al 15,5%. Quasi due punti percentuali recuperati in una settimana, troppo poco per immaginare di risalire la china. Dall’altra parte, poi, l’effetto primarie sembra non essere ancora esaurito. O forse manca a destra una credibile alternativa al binomio Bersani-Vendola. Così, secondo il sondaggio diffuso martedì sera da Ipsos a Ballarò su Rai 3, il Pd tiene. Anzi, secondo Paglioncelli, i democratici riescono anche a guadagnare qualcosa, passando dal 36,1 al 36,4%.
Se Silvio cresce, Grillo cala. Chi ci rimette è Beppe Grillo e il suo MoVimento 5 Stelle, lacerato al suo interno e con un leader che inanella una gaffe dopo l’altra. Prima le “parlamentarie” che si rivelano un flop, non solo per l’accusa di scarsa trasparenza, ma anche per la bassissima “affluenza” alle urne. Poi il famoso video in cui l’ex comico genovese si sfoga e attacca tutti i suoi detrattori esterni ma soprattutto interni. Insomma, il M5S vede quindi perdere consensi anche per il ritorno in campo di Berlusconi: uno scontro tra gli unici due uomini carismatici della politica italiana. Così, il Cavaliere strappa a Grillo qualche preferenza: il M5S cala dal 18,5 al 18,2%. Ma soprattutto inizia a mostrare un trend negativo oramai da quasi un mese a questa parte.
Vendola perde preferenze, il “grande centro” respira. L’effetto primarie è svanito per Sel. Dopo l’esposizione mediatica del suo leader durante il confronto con Bersani e Renzi, è tornato sotto quota 6%, attestandosi al 5,6%. Viceversa, forse anche per la discesa in campo di Berlusconi, si rafforza la posizione dell’Udc che passa dal 5,2 al 5,5%. Un timido segnale di crescita dopo un mese piuttosto difficile per il Grande Centro.
Gli elettori leghisti sul piede di guerra. Torna a calare anche la Lega Nord. Non sono piaciute le aperture di Maroni alla discesa in campo di Berlusconi. Sarà per questo che proprio martedì alcuni esponenti del Carroccio e lo stesso segretario ieri hanno cambiato idea: “No a Berlusconi candidato premier”. Ora però sono in ballo i “governi” delle tre principali regioni del nord.
Il ritorno (in sordina) degli anti-berlusconiani. Con il ritorno del Cavaliere si risvegliano gli istinti anti-berlusconiani. E con essi l’Italia dei Valori che per la prima volta negli ultimi 45 giorni, torna a crescere dopo aver toccato un minimo storico di consensi. Passa dall’1,9 al 2,2%. Magra consolazione per un partito destinato a sparire dall’arco parlamentare.