Caro Berlusconi, a noi dello spread importa
Caro Silvio, a noi dello spread importa eccome. Non perché siamo amici di banchieri e poteri forti. A noi dello spread importa perché la crescita del nostro Paese dipende proprio da questo. Lo spread non è l’invenzione della Merkel o di qualche burocrate europeo. Lo spread è la differenza che c’è tra gli interessi sul debito tedesco e gli interessi sul debito italiano. In parole povere: gli investitori acquistano titoli di stato italiani ad un tasso superiore rispetto a quello tedesco perché ritengono che investire in titoli italiani sia più rischioso. Tutto qui.
L’Italia come una famiglia con le tasche bucate. E lo spread sale perché la fiducia nel nostro Paese diminuisce. Immagina, Silvio, una famiglia in difficoltà economiche perché ha vissuto sopra le proprie possibilità, indebitandosi per diverse decine di migliaia di euro. Cene fuori, auto costose, lussi sfrenati. Quella famiglia può chiedere altri soldi per ripagare i debiti. Sì, anche se è probabile che i creditori chiedano garanzie specifiche su come questi soldi possono essere spesi. Ma se questa famiglia vuol continuare senza tirare la cinghia, dovrà rivolgersi agli strozzini per avere altro credito. E lo spread ha toccato livelli di vero strozzinaggio: poco prima della caduta di Silvio Berlusconi si è toccato il record di 575 punti. Tradotto: se il tasso tedesco sui titoli di Stato era al 3%, l’Italia riusciva a vendere il proprio debito ad un tasso dell’8,75% (=3+5,75). Per questo a noi dello spread importa.
Quel tasso che fa la differenza. Non sappiamo, caro Silvio, se tu abbia mai aperto un mutuo. La stragrande maggioranza delle famiglie italiane lo hanno fatto. E sanno bene quanto questo mutuo pesi sulle loro spalle. E sanno anche bene che differenza ci sia per le loro tasche averne uno al 5% o uno all’8%. Una differenza che pesa sulla loro capacità di acquisto: dall’automobile al mobilio per la casa, dalla scuola dei figli al cibo. Chi ha un mutuo con un alto tasso avrà meno capacità di spesa. E l’Italia cresce poco, anche perché può spendere poco (al di là degli sprechi) perché deve pagare gli interessi sul debito. Si stima che 100 punti si spread equivalgono per il nostro Paese a ben 12 miliardi di euro, una piccola manovra finanziaria che non pagherà di certo Silvio Berlusconi, ma gli italiani.
Non esistono bacchette magiche. Per questo non si può ignorare un problema visto che il problema c’è. Si era ignorata la crisi perché “il solo parlarne toglie la fiducia agli italiani”. Non facciamo lo stesso errore. Qui si tratta di credibilità del sistema-Italia e della sua classe dirigente. Quello che serve, ancora una volta, sono le riforme strutturali di cui tutti si riempiono la bocca ma che nessuno vuole mai affrontare per paura di perdere consensi. D’altronde, di fronte al populismo imperante, certe scelte possono apparire impopolari. Ma non esistono bacchette magiche o salvatori della patria. Esistono soluzioni che non sono affatto indolori. E chi pensa che il problema dello spread si risolva uscendo dall’euro e battendo moneta, è totalmente fuori strada. Anche perché la nostra moneta dovrebbe avere una forte credibilità che la lira negli ultimi anni della sua vita non ha avuto. Nulla di scontato, appunto. Se non a costo di un’inflazione devastante e benzina alle stelle. Caro Silvio, non ti lasciar abbindolare dai salottieri televisivi del venerdì notte. Loro hanno libri da vendere, tu un paese da governare.
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E se, malauguratamente, questo idiota vincesse le elezioni, saremmo nella cacca lo stesso giorno.
Si è ricandidato per evitare di finire in galera, almeno quel poco di galera che non è stata cancellata da prescrizioni e decadenze e leggi ad personam.
Fossi al suo posto comincerei a raccomandarmi al Padre Eterno. -
ma che cazzo scrivete? “una famiglia che ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità economiche? ma ci siete o ci fate?
Lo stato non è come una famiglia, non lo è mai stato e mai lo farà.
Gli stati non si sono mai comportati come famiglie, se no col cazzo che avremmo studiato sui libro di storia il new Deal.
Non sono come una famiglia gli USA, IL Giappone che ha un debito doppio di quello della Grecia ma non gli rompe il cazzo nessuno, il Regno Unito, anch’esso con un alto debito pubblico, la svizzera, la norvegia, la svezia, la danimarca, l’argentina, il brasile, la cina etc.
Se siamo come una famiglia noi dell’euro zona è merito dei nostri politici corrotti che hanno firmato i trattati di lisbona mastrich che hanno messo nelle mani della BCE, una banca governata da tecnocrati e in mano a privati, che non emette moneta ma la da in prestito ai mercati privati all’1% che a loro volta la prestano a noi al 7%.
Lo spread con berlusconi era a 5,50 e con Monti a 5,38.
Non è scese grazie a monti, ma quando la BCE ha deciso di comprare i titoli italiani, lo scorso luglio.
Ms questi post chi ve li scrive Enrico Letta? -
La nostra moneta aveva la stessa credibilità di una nazione fra le sette più ricche e industrializzate del mondo prima del maledetto euro, una moneta senza stato, mostruosità mai prima successa nella storia dell’umanità.
L’inflazione sarebbe al massimo intorno al 15/20% in caso di uscita dall’euro e forse sarebbe l’euro a svalutarsi, non noi,
Non possiamo spendere non per gli interessi sul debito ma perché non abbiamo moneta sovrana, dobbiamo chiederla in prestito alla BCE che non è la banca centrale di uno stato federale europeo ma una banca privata che li presta ad altre banche private all’1% di interessi o giù di li che poi li prestano a noi al 7% o giù di li lucrando sulla differenza e aumentando il debito e gli interessi sullo stesso che in questo caso gravano direttamente sulla popolazione.
In uno stato a moneta sovrana il debito pubblico è la ricchezza della popolazione non la sua condanna…
forse è già troppo per le orecchie malate di un neoliberista.Non li guardare i salotti del venerdì sera, loro parlano di Keynes, di spesa a deficit positivo, di sovranità nazionale, di piena occupazione, di welfare di cui andare fieri, tutte cose incomprensibili per te vero?
Io capisco poco di economia, tu ancora meno.
Ignorante o in malafede?
Forse tutte e due.
Salutami i tuoi euro-padroni.
Ci si vede sulle barricate, metaforicamente parlando, ovviamente…
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