E adesso Berlusconi schiera i calciatori in politica
Caccia al nuovo volto. Mentre ci si affanna per capire quale sarà il futuro di Monti, Silvio Berlusconi ha aperto i casting per trovare un nuovo volto alla sua classe dirigente. Con buona pace di Alfano, infatti, i big che hanno sostenuto il segretario non godono più dell’apprezzamento del capo supremo. La ridiscesa in campo, volta a ripercorrere in maniera aggiornata l’esordio delle origini, ha bisogno di figure giovani e piacenti. Se ancora non ci sono certezze matematiche sui papabili, assicurano uomini dell’entourage berlusconiano, una cosa appare chiara a tutti: i politici di professione hanno chiuso il loro ciclo.
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Basta con i vecchi big di partito. Non tirano più. Ripartire con le solite facce in primo piano che urlano nei salotti dei talk show televisivi è impensabile. La battaglia che Berlusconi sta studiando sarà diretta a catturare le fasce popolari dell’elettorato e, proprio per questo, abbisogna di volti popolari, nel senso più positivo del termine. Personaggi capaci di evocare ricordi e sensazioni piacevoli. La nomenclatura che resterà nel Pdl potrà sopravvivere dietro le quinte – in nome della tregua stilata per ricompattare i logori ranghi del partito – ma quello che l’ex premier sta cercando sono passione e freschezza, novità e aria pulita.
Una immagine da rinnovare. Berlusconi sa che la rimonta del consenso passa obbligatoriamente per una nuova veste mediatica. Su questo punto, ultimamente, sembra aver ritrovato l’entusiasmo. A chi gli è vicino ripete che la sua qualità è stata sempre quella di saper inventare i personaggi costruendoli a partire da ciò che la gente vuole. È da tempo – da prima della nuova discesa in campo – che Berlusconi sta passando al setaccio nuovi nomi. “Sembra tornato ai tempi di Canale 5” – afferma chi lo conosce dagli anni della costruzione del suo successo televisivo – quando era lui a valutare caso per caso chi fosse adatto e chi no alla televisione privata che avrebbe rotto per sempre il monopolio Rai. E, in effetti, ultimamente, il suo quartier generale sembra la sede di una casa di produzione, dove piovono a getto continuo foto, book e curricula, di quanti cercano di farsi scritturare.
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I nuovi volti. Ma non mancano nemmeno le richieste dirette avanzate a questo o a quel personaggio: dal grande manager di Formula uno, al banchiere di sistema amico da sempre, dalla “rampolla” dei magnati delle costruzioni, all’influente avvocato. La macchina personale è rodata e la ricerca è incessante. Due le qualità da tenere in massima considerazione: capacità e simpatia. Soprattutto in questa fase, infatti, l’autorevolezza di cui un personaggio è in possesso, è nulla senza l’appeal di cui può godere tra gli elettori. I volti tristi dei big di primo piano – così legati al recente e drammatico corso della politica – evocano la crisi? La piaggeria sciocca e il servilismo di alcuni cortigiani, desiderosi solo di compiacere “il monarca”, si è rivelato un boomerang controproducente capace solo di irritare gli italiani? Allora, meglio personaggi della società civile: imprenditori moderni e vincenti, manager di grido, attori e – perché no? – anche calciatori.
Il Milan come simbolo vincente. Soprattutto calciatori. Chi è vicino all’ex premier non lo nasconde, le sortite a Milanello – nella pancia di quella che considera la sua creatura, l’emblema del suo successo: il Milan – non sarebbero solo dettate dal valore scaramantico, sia pure significativo, che il luogo incarna, ma da un disegno più ampio. Portare in politica – magari alle Regionali – anche gli idoli dell’epopea rossonera. Gli eroi della passione popolare. Associare il nome dei campionissimi venerati dal grande pubblico alla nuova discesa in campo. Ragazzi normali che con le proprie forze hanno vinto tutto. Capitani dalle mille gloriose battaglie che – ormai uomini adulti – tornano a schierarsi in difesa del proprio Paese, ma, ancora una volta, sotto la guida dello stesso presidente: Silvio Berlusconi.
Twitter@virgiliobart
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