Caro Telese, anche i bambini siriani sono "tuoi figli"
IL GRAFFIO – E’ strage di bambini in Siria. L’ennesima. Negli ultimi giorni ne sono morti almeno quindici. In Italia, però, giornali che in occasione dei bombardamenti israeliani su Gaza mostravano in bella vista sulla prima pagina i corpicini martoriati dei bambini, oggi tacciono. Bisogna capirli: ci sono le primarie.
Più di tutti – quando ci furono i bombardamenti su Gaza – mi diede fastidio la prima pagina di Pubblico (vedi la foto): due soccorritori tenevano in braccio due piccoli palestinesi morti, una fotografia sovrastata dalla scritta “Se fossero i tuoi figli?”. I bambini siriani, si vede, non possono godere di tanta considerazione. Eppure ne sono morti quasi quattromila.
Quando chiesi su Facebook spiegazione a Francesca Fornario per la prima pagina di quel numero, a mio avviso ipocrita perché si ricordava dei bambini morti sotto i bombardamenti solo quando a sganciare bombe era Israele, mi fu risposto che era diritto di cronaca e che certe notizie non le si poteva tacere. Giustissimo. Ma allora la domanda è: per quale motivo si dedica una prima pagina alle salme maciullate dei piccoli palestinesi e non si fa lo stesso quando a bombardare non sono gli israeliani ma un arabo come Assad? Quando a sganciare su un campo di calcio sono gli aerei militari del governo siriano? I bambini, in guerra, muoiono tutti allo stesso modo. Tutti meriterebbero quella prima pagina e quell’attenzione. O no?
In quell’occasione la nostra Chiara Baldi scrisse un editoriale molto puntuale che si attirò non poche critiche: “Ma quanto è dignitosa e utile l’informazione che schiaffa in prima pagina i corpi maciullati dei ragazzi di Gaza? Quanto rispetto c’è in quelle foto? È informazione o semplice propaganda? A chi tornano comode quelle fotografie? Di certo, non a quei ragazzi. Violentati prima da chi lancia loro addosso i missili e deturpati poi, nella loro dignità di morenti o morti, da chi i loro corpi a brandelli li fa girare viralmente in rete e su tutti i giornali. Come fossero fenomeni da baraccone, e non vittime da tutelare, da rispettare“.
Fatto salvo il diritto di cronaca – sebbene non condivida comunque l’idea di spataffiare in prima pagina i cadaverini dei bambini, come se non si sapesse che in guerra muoiono i bambini – fatto salvo un eventuale diritto di cronaca, dunque, si cerchi quantomeno di essere giornalisticamente coerenti: perché i bambini siriani sono “figli” tanto quanto quelli di Gaza – senza dimenticare le stragi di palestinesi perpetrate da Assad all’inizio di quest’anno anche queste per lo più ignorate – in un’Europa che si dimentica delle loro morti ma accetta il nobel per la pace.
Ecco, caro Telese, dopo il massacro di dieci bambini di qualche giorno fa e la morte dei cinque piccoli siriani ieri, mi aspettavo oggi una prima pagina con “Se fossero i tuoi figli”. E invece no, ci sono le lacrime di Bersani. Titolo? “Guerra e lacrime”.
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