Perché Renzi ha vinto nelle regioni rosse?
Dopo il primo turno alle primarie del centro-sinistra, arrivano immancabili i sondaggi. Se il voto di domenica scorsa e quello del 2 dicembre stanno facendo crescere i consensi del Pd in modo esponenziale (record storico per i democratici secondo alcuni esperti), quello che più interessa cercare di capire è il boom di Matteo Renzi – “uomo di destra”, secondo l’apparato ex Pci – nelle regioni rosse.
Elettori di destra e grillini. A tracciare le motivazioni della vittoria di Renzi nei fortini ex Pci è Roberto Weber di Swg. In primo luogo il 30% dei voti raccolti dal sindaco di Firenze non arrivano dal classico elettorato di centro-sinistra. Questa fetta può essere equamente suddivisa tra elettori di centro-destra e grillini. Principalmente giovani, artigiani, commercianti e partite Iva.
Bisogno di discontinuità. “In questi casi il voto per Renzi è l’espressione di un disagio delle categorie produttive nei confronti della sintesi politica che si è prodotta ed è una richiesta di discontinuità”, spiega Weber. Nelle regioni rosse, inoltre, sembra essersi creata una frattura tra capitale sociale e innovazione. Se è vero che quello che viene definito da Weber “socialismo appenninico” ha prodotto ricchezza e sviluppo economico, dall’altra parte non ha consentito l’innovazione e il cambiamento che oggi i cittadini toscani, umbri, marchigiani ed emiliani inseguono. Insomma, secondo Weber, la struttura sociale è rimasta imbrigliata nel sistema di micro-cooptazione, generato da sindacati, associazioni e cooperative, che ha finito per ingessare la mobilità sociale. E proprio qui che la Lega stava, fino a qualche mese fa, conquistando spazi elettorali e oggi Grillo.
Rompere la consociazione. Renzi non è un outsider. Viene anche lui dall’apparato di partito ma, diversamente dagli altri candidati, è l’unico che promuove la rottura di questo schema consociale. E ha dato voce agli esclusi, non solo figli del proletariato ma anche e soprattutto figli della media borghesia che non trovano più la loro collocazione sociale perché non c’è il necessario ricambio generazionale. Così emerge con forza e fa presa la parola “rottamazione”.
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I simpatizzanti del m5* e non grillini , sanno chi è renzi e soprattutto cos’è renzi , perciò signor Ribichini non solo non l’avrebbero votato neanche morti , ma soprattutto nessun simpatizzante sarebbe entrato in una sede pd-l senza vomitare .
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Fino a che il vostro partito, ops, “movimento”, non avrà una pluralità di punti di riferimento per la popolazione del paese, non sarete mai l’ms5 sarete i Grillini. Ma grillo questo non lo vuole, vero?
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La lezione di indottrinamento PiDiota l’ha imparata bene , ma l’ha capita ?
Una pluralità di punti di riferimento per la popolazione del paese , solo pochi idioti cervelli downtelevisivi possono ancora votare pd , visto come vi esprimete, politichese stretto per non dire niente , facendo finta di aver espresso un concetto astratto .
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in toscana non c’entrano nulla i grillini o la destra, anche nel 2009 votarono per franceschini in quanti oggi hanno votato renzi, il problema che in toscana dove sono sempre stati piu’ rossi di tutti si sono sentiti anche i piu’ traditi di tutti ed è per questo che preferiscono votare contro l’apparato anche se in questo caso cascono dalla padella alla brace
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La mia scelta era o Bersani o Vendola. Non capisco quest’entusiasmo per Renzi-gori..se la discontinuità è e sinistra è togliermi i diritti e lo stato sociale..non è proprio una buona scelta.. senza contare che gli anni in cui il centro sinistra ha governato il paese sono stati gli unici periodi di crescita.. anche senza rottamare tutto..
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