Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | December 22, 2024

Scroll to top

Top

I danni della diossina a Taranto: "Le coppie non riescono ad avere figli"

Non c’è solo il cancro a Taranto. L’Ilva produce l’8,8% della diossina immessa in atmosfera in Europa e il 30,6% di quella italiana (dati Eper-Ines, 2005). Una percentuale impressionante che è indice del livello di inquinamento presente nell’area intorno alla città pugliese. E mentre l’azienda gioca a “ping pong” con la magistratura e gli operai rischiano di perdere il posto di lavoro, non si può dimenticare il danno enorme alla salute che l’inquinamento ha provocato a quella fetta di Puglia.

– TUTTI GLI ARTICOLI SUL CASO ILVA <–LEGGI

La diossina “uccide” la fertilità. Molta attenzione è stata posta sulla diossina per gli effetti cancerogeni prodotti nell’area di Taranto. Ma pochi sanno quali altri danni può causare una concentrazione elevata di diossina nell’aria. Ad iniziare dalla capacità umana di riprodursi. La diossina, infatti, è causa di infertilità, sia nell’uomo che nella donna. Un fenomeno non marginale se andiamo ad analizzare i dati sul tasso di fecondità: ogni coppia tarantina riesce a mettere al mondo 1,18 figli, contro una media nazionale di 1,35. Taranto, quindi, si attesta tra le province con il peggior tasso di fecondità in Italia e nel mondo.

“Meno spermatozoi negli uomini pugliesi”. Secondo i dati in possesso al prof. Lamberto Coppola, docente di Biochimica della Riproduzione Umana all’Università del Salento e andrologo-ginecologo presso uno studio di fecondazione assistita a Nardò (Le), in Puglia la situazione è preoccupante soprattutto per l’uomo. “La funzionalità degli organi riproduttivi non è più quella di una volta. La produzione di gameti ha subito una netta diminuzione in termini quantitativi e qualitativi. Nel 1977 il 16% delle coppie pugliesi era sterile, nel 2009 è salita al 25%”. Quali le cause di questo repentino declino? “Ciò è da imputare, senza ombra di dubbio, all’inquinamento ambientale della nostra regione”, conclude Coppola. Colpa dell’Ilva? È difficile trovare una relazione casuale scientifica in quanto studi specifici sul tema non sono mai stati eseguiti.

Donne tarantine in menopausa precoce. Anche le donne pugliesi sono meno fertili. L’esposizione alla diossina, infatti, può provocare una menopausa precoce. Tra le pugliesi che non riescono ad avere figli e che si rivolgono a centri di fecondazione assistita sul territorio regionale, gran parte di queste sembra sia in menopausa anche ad età relativamente giovani (35-40 anni). Di questo ne ha parlato la dottoressa Depalo dell’Università di Bari al convegno SIDR di Lecce di novembre 2011, presentando dati preliminari raccolti sotto la guida del prof. Selvaggi, direttore della II Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia del Policlinico di Bari. La Depalo ha confrontato tra le sue pazienti del centro di fecondazione assistita pubblico di Bari il dato geografico. Quelle tarantine presentano spesso una menopausa precoce e hanno una minore risposta alla stimolazione ovarica.

Non c’è solo l’Ilva. Sia Coppola che la Depalo sono convinti che il problema non risieda esclusivamente nell’Ilva. Ma anche la presenza di numerose centrali termoelettriche sul territorio sembra causare problemi di salute (non solo riproduttiva) anche nell’ “Arco otrantino”, una vallata compresa tra la provincia di Brindisi e quella di Lecce, dove confluirebbero i fumi dell’Ilva, della centrale elettrica di Cerano e della Edison di Taranto.

Twitter: @PaoloRibichini

Comments