Istruzioni per una persecuzione, i documenti ufficiali sulla repressione dei Bahai in Iran
L’Iran è ormai da diversi anni al centro dell’attenzione dei media internazionali e le motivazioni sono quasi sempre legate al programma nucleare, alle tensioni con l’Occidente o alla repressione dell’opposizione e in particolare alle proteste post-elettorali del 2009-2010 per la rielezione di Mahmoud Ahmedinejad, ritenuta irregolare da una cospicua parte degli iraniani.
Vi è però una questione interna iraniana che tende a passare troppo spesso sotto silenzio ma non per questo risulta essere di minor gravità: la drammatica situazione della comunità Bahai iraniana, perseguitata ormai da decenni per mano del regime.
Una persecuzione che non si è limitata nel corso degli anni al solo aspetto demagogico, alimentando diffidenza e odio nei confronti dei Bahai, facendoli passare per nemici dello stato, spie dell’Occidente e “infedeli”, ma che è passata letteralmente “all’azione” con persecuzioni mirate, minacce, arresti, sparizioni, torture e omicidi. Secondo una documentazione Bahai del 2008, sarebbero più di 220 le persone di tal credo morte tra il 1979 e il 2005, senza contare i numerosi arresti, come nella primavera del 2008 quando sette leader della Comunità vennero arrestati, inizialmente senza alcuna valida motivazione e solo successivamente con l’accusa di spionaggio.
Il ruolo dei media. L’utilizzo dei media è un altro metodo subdolo con cui il regime contribuisce alla demonizzazione della comunità Bahai, in particolare attraverso il Kayhan, quotidiano sotto diretta supervisione della Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei. Il giornale avrebbe più volte pubblicato articoli nei quali illustrano la fede Bahai in modo tale da farla apparire offensiva per i musulmani e colpevole di tradimento.
Sequestri e confische. Numerose proprietà, luoghi sacri e centri amministrativi della comunità Bahai sono poi stati confiscati o distrutti, come ad esempio la storica casa di Mizra Abbas Nuri, padre di Bahaullah, fondatore della fede Bahai. Nel giugno 2006 Miloon Kothari, un inviato speciale dell’Onu, fornì un rapporto sulla confisca abusiva di numerose proprietà di membri della Comunità, si parla di circa 640 confische dal 1980.
L’apartheid formativo. I Bahai sono inoltre colpiti a livello formativo, con l’esclusione dalle università iraniane, inizialmente legata alla dichiarazione di fede richiesta necessaria per l’immatricolazione fino al 2004, successivamente, una volta abolita tale regola, attraverso numerosi stratagemmi.
Abusi sui minori. Il regime non risparmia neanche i bambini: secondo un rapporto vi sarebbero stati più di 150 casi di abusi in 10 diverse città iraniane solamente nel periodo che va da metà gennaio e metà febbraio 2007; violenze fisiche e psicologiche, bambini umiliati davanti ai propri compagni a causa della propria fede, conversioni forzate e divieto di parlare del proprio credo con i compagni.
Istruzioni per la persecuzione. Tutto ciò potrebbe suonare come la solita “campagna anti-regime” se non fosse per il fatto che vi sono documenti ufficiali del regime dove vengono fornite direttive specifiche su come mettere in atto le persecuzioni***, una addirittura a nome della Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei. Infatti, in tale memorandum, Khamenei illustra come ai Bahai debba essere preclusa l’educazione universitaria, come debbano essere esclusi dall’impiego e da posizioni influenti in ambito educativo e si parla anche della creazione di un una sezione speciale per contrastare le attività religiose della Comunità.
Inquietante il punto A3 dove si legge “Il governo deve occuparsi di loro in modo da bloccarne il progresso e lo sviluppo”. Un’altra lettera del 9 aprile 2007 mandata dalla Public Intelligence and Security Force di Teheran alla polizia illustra le direttive per contrastare le attività lavorative di molti Bahai, in particolare quelle particolarmente redditizie, nonché il divieto di fornire permessi lavorativi per i Bahai in diversi settori tra cui commercio, oreficeria, bar e caffè, industria turistica, autonoleggio, editoria, settore alberghiero, fotografia e cinematografia, vendita di computer e internet point. In un’altra con il timbro del Ministero della Scienza, della Ricerca e della Tecnologia sono invece elencate le direttive per l’espulsione di numerosi studenti iraniani dalle università in quanto identificati come bahai.
In aggiunta, in un intervento durante una conferenza stampa dell’Onu nel settembre 2007, fu lo stesso presidente iraniano Ahmedinejad a dare una risposta piuttosto derisoria a un giornalista del Voice of America sulla persecuzione dei Bahai, affermando di non conoscere il loro profeta e di non avere idea di quando la rivelazione sia avvenuta. Una situazione drammatica al vaglio dell’Onu e di diverse organizzazioni per i diritti umani e che necessita di una soluzione urgente.
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