Il sistema elettronico che controlla le donne in Arabia Saudita - Diritto di critica
Strumenti elettronici in grado di segnalare ai “tutori” uomini quando una donna sotto la propria tutela lascia il paese; purtroppo non siamo in un film di fantascienza ma nell’odierna Arabia Saudita. La procedura è entrata in vigore la scorsa settimana e dunque da adesso in poi ogni donna saudita è sotto il controllo di questo sistema che procede ad effettuare la segnalazione anche nel caso in cui la donna sia accompagnata dal proprio tutore.
E’ il caso di un uomo che si stava accingendo a lasciare l’aeroporto di Riyadh con la propria moglie; egli ha infatti ricevuto un sms che lo metteva in guardia del fatto che la consorte stava lasciando il paese. Una procedura che ha dell’assurdo visto e considerato che una donna saudita non può comunque lasciare il paese senza previa autorizzazione firmata dal proprio tutore, solitamente un uomo della famiglia o il marito; il noto “foglio giallo” da consegnare alla frontiera o all’aeroporto.
Molti uomini sauditi hanno espresso pareri negativi su Twitter: “Se ho bisogno di un sms per venire a conoscenza del fatto che mia moglie sta lasciando l’Arabia Saudita allora o sono sposato con la donna sbagliata, oppure mi serve uno psichiatra”. Un altro ha invece scritto:”Il governo farebbe meglio a trovare una soluzione per tutte quelle donne che sono vittime di violenza domestica”. Un probabile riferimento al caso di un prominente religioso saudita, nonché predicatore per diversi canali televisivi nazionali, arrestato a metà novembre con l’accusa di aver torturato e ucciso la figlia di 5 anni. Secondo il rapporto dei medici la bimba sarebbe stata frustata, colpita con scariche elettriche e persino bruciata con un ferro rovente.
L’Arabia Saudita è ormai da tempo nel mirino delle organizzazioni internazionali per i diritti umani a causa delle drammatiche condizioni cui è soggetta la donna; conseguenza di un’interpretazione rigida e decontestualizzata della legge islamica, condita con elementi culturali preislamici di stampo patriarcale che pongono la donna in una posizione di inferiorità e dipendenza nei confronti dell’uomo.
Un esempio lampante è la proibizione per le donne di poter guidare, provvedimento che non è regolato da una legge specifica quanto piuttosto da un divieto imposto dal ministero dell’interno nel 1990 in seguito a delle proteste a bordo di auto da parte di un gruppo di 47 donne; provvedimento che ha tutta l’aria di una ritorsione. Le donne sono poi costrette a una rigida separazione dagli uomini nei luoghi pubblici e sono obbligate a portare velo e mantello, lasciando scoperto solo il viso e le mani; non si tratta dunque di una scelta nella quale non vi sarebbe nulla di male, ma una costrizione, l’impossibilità di poter decidere.
Come affermava Nasr Hamid Abu Zayd (1943-2010), islamista e docente di letteratura araba: “Con la scusa di proteggere le donne, si impongono restrizioni alle loro attività: un sistema che perpetua la disuguaglianza tra i sessi”
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Pensate che questi hanno il mondo nelle loro mani…
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