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Diritto di critica | December 22, 2024

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Israele non dimentica. La lunga lista degli omicidi mirati - Diritto di critica

Con l’operazione denominata “Pilastro di Difesa”, espressione presa da un passo della Bibbia (Esodo 13:21), è stato eliminato anche il capo dell’ala militare di Hamas, Ahmed Jabari; l’uomo era da tempo nel mirino dell’intelligence israeliana in quanto accusato di essere a capo del gruppo che ha tenuto prigioniero per 5 anni il soldato Gilad Shalit.

Israele non dimentica. “Ma se segue una disgrazia allora pagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede”(Esodo, 21:23-24). Israele non dimentica, ormai è la prassi e il mondo lo sa bene; lista di individui da colpire, terminologia biblica per denominare le operazioni e si procede.

“Collera di Dio”. Così fu con l’operazione “Collera di Dio”, organizzata dall’intelligence israeliana per eliminare i responsabili diretti e indiretti del massacro di Monaco nell’estate del 1972, quando 11 atleti israeliani vennero uccisi a sangue freddo da membri di Settembre Nero. Operazione che durò più di vent’anni e che colpì numerosi membri di Settembre Nero e dell’OLP.

“Settembre Nero”. Il primo a cadere sotto i colpi del kidon fu Wael Zwaiter nell’ottobre del 1972, rappresentante dell’OLP a Roma e accusato da Israele di essere un membro di Settembre Nero coinvolto nella pianificazione di un attentato contro un aereo della El Al, ucciso a colpi di arma da fuoco proprio nella capitale. Il Dr. Mahmoud Hamshari, rappresentante dell’OLP a Parigi venne invece fatto saltare in aria con una bomba collocata all’interno di un telefono nel dicembre del 1972. Il 6 aprile 1973 a Parigi due agenti del Mossad attesero il ritorno a casa di Basil al-Kubaissi, sospettato di fornire appoggio logistico a Settembre Nero e lo freddarono con una dozzina di colpi di pistola.

Il legami con Fatah. Nel gennaio del 1973 fu il turno di Hussein Al Bashir, ucciso con una bomba collocata sotto il letto all’interno della sua stanza d’albergo a Cipro. Al Bashir era il rappresentante di Fatah a Cipro, aveva stretti legami col KGB ed era ritenuto dagli israeliani il capo di Settembre Nero nell’isola.

Assalto alla sede dell’Olp. Nella notte del 9 aprile 1973 commandos dei reparti speciali israeliani tra cui il Sayeret Matkal, lo Shayetet 13 e i paracadutisti assaltarono il covo dell’Olp e di Settembre Nero a Beirut e ne uccisero diversi miliziani ed elementi di spicco tra cui  Muhammad Youssef al-Najjar , Kamal Adwan e Kamal Nasser. Vennero inoltre distrutti quasi tutti i depositi di armi e di benzina dell’OLP. Negli anni successivi gli omicidi mirati proseguirono in Italia, Grecia, Francia, Norvegia, Cipro.

Il “principe rosso”. Il 22 gennaio 1979 fu il turno di Ali Hassan Salameh, soprannominato “il principe rosso”, capo delle operazioni di Settembre Nero, considerato dagli israeliani uno degli organizzatori del massacro di Monaco. La sua auto, imbottita con 100 kg di esplosivo, saltò in aria uccidendo sul colpo le sue quattro guardie del corpo e poche ore più tardi anche Salameh, mentre si trovava sotto i ferri dei medici che cercavano di salvarlo.

All’uscita dalla moschea. Più recentemente anche diversi esponenti di Hamas sono finiti nel mirino degli omicidi mirati, tra cui il suo fondatore, Ahmed Yassin, ucciso a Sabra il 22 marzo 2004, quando due elicotteri dell’esercito israeliano lo centrarono mentre usciva dalla moschea assieme ad alcune persone.

Missili su Gaza. Nel luglio 2002 toccò poi a Salah Shehadeh, capo dell’ala militare di Hamas; nell’aprile 2004 un missile colpì a Gaza Abdel Aziz Rantisi, capo locale di Hamas. Nel gennaio 2009 vennero eliminati Nizar Rayyan e Said Siam, due figure di spicco dell’organizzazione.

Dal pedinamento all’assassinio. Il 19 gennaio 2010 a Dubai venne misteriosamente assassinato Mahmoud al-Mabhouh, co-fondatore delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, l’ala armata di Hamas. Secondo gli investigatori l’uomo sarebbe stato pedinato da Damasco fino al suo hotel di Dubai, dove sarebbe stato drogato e successivamente soffocato. Anche se furono in molti a puntare il dito contro il Mossad, non vennero rinvenute prove e tutt’oggi c’è chi sospetta anche dei servizi segreti egiziani, giordani nonché di Fatah.

Attendere e colpire. Una lunga lista di esecuzioni che fornisce un’idea ben precisa sulla strategia dell’intelligence dello stato ebraico, ovvero attendere,  magari anche anni, ma colpire chiunque si sia sporcato le mani col sangue di cittadini israeliani. Chiaramente gli omicidi mirati israeliani comportano ritorsioni da parte dei gruppi palestinesi, ovviamente sempre in nome di Dio,  mettendo così in moto una spirale di violenza senza fine. Colpi e contraccolpi, vendette da una parte e dall’altra.

Ma se dopo decenni israeliani e palestinesi si trovano ancora in una situazione così drammatica, non sarà forse ora di cambiare strategia, lasciando in pace “Dio”  una volta per tutte,  isolando le fazioni violente e lavorando seriamente in modo da raggiungere una pace definitiva e fondata sul reciproco riconoscimento?

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Comments

  1. barbara 78r

    Giustissimo!

  2. A Israele bisognerebbe “ricordare” perchè ha dimenticato i banchieri usurai che hanno foraggiato sostenuto finanziato Hitler il Nazismo e il Fascismo senza di loro probabilmente ( o comunque contro) non sarebbero riusciti nella conquista “popolare delle due nazioni” Sapevano benissimo della sopressione di Ebrei (loro fratellli e fratelli di tutti) sapevano ma avevano investito 30 danari per poterli moltiplicare 77 volte 7 non hanno guardato in faccia a nessuno nemmeno ai propri figli.
    Per questi non vale “dente per dente occhio per occhio mano per mano piede per piede?” e sia chiaro io sono per il perdono con la giustizia che “FA GIUSTIZIA” non che assassina gli esseri umani.
    grazie Diritto di Critica…..