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Diritto di critica | November 5, 2024

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Quel velo islamico che uccide, non solo le donne - Diritto di critica

Uomo sgozza i figli per vendicarsi della moglie che si rifiuta di portare il velo. Non siamo in Somalia bensì a Umbertide, piccolo paese nella provincia perugina. La tragedia è avvenuta martedì sera quando Mustafà Hajjaji, cittadino marocchino di 44 anni, ha sgozzato i propri figli Ahmed e Jiahane, rispettivamente di 8 e 12 anni. L’uomo ha poi tentato di suicidarsi tagliandosi i polsi, l’addome e il petto ma è stato salvato in tempo dalle forze dell’ordine che hanno trovato i corpi senza vita dei due bambini con una profonda ferita alla gola e il coltello con il quale l’uomo li ha uccisi.

Mustafà Hajjjaji era già stato denunciato dalla moglie un mese fa per minacce, lesioni e maltrattamenti; i due erano in procinto di divorziare in quanto l’uomo non sopportava più lo stile di vita “occidentale” della moglie e in particolare il fatto che la donna avesse deciso di non portare più l’hijab, il velo islamico  che copre il capo lasciando scoperto il viso. Sarebbe questa secondo gli inquirenti la motivazione del folle gesto criminale. Una motivazione di stampo religioso dunque, ma a questo punto è lecito chiedersi: si tratta di una motivazione legata a un eccesso di Islam o a una carenza di Islam?

Il Corano infatti, come tutti i testi sacri del resto, è soggetto a una pluralità di interpretazioni e non fornisce alcun dettaglio specifico su tale elemento, dunque mentre alcuni affermano che il Corano è esplicito nel richiedere alle donne di portare il velo, altri sostengono che si tratta di un’usanza legata a determinati contesti storici e culturali, confutandone dunque l’obbligatorietà. L’Islam non è poi un blocco monolitico, non ha un’autorità centrale che può stabilire una posizione ufficiale ed univoca per l’intera comunità islamica mondiale su larga scala, tant’è che la Turchia kemalista di inizio ‘900 richiese alle donne di abbandonare il velo.

Il prof. Gabriele Mandel, nella traduzione del Corano da egli curato, spiega che l’obbligo di coprire la testa ed il volto , preteso da alcuni integralisti non sussiste in quanto si tratta di un’usanza pre-islamica.

Nel 1930 lo studioso tunisino Tahar Haddad pubblicò un trattato dove spiegava che nel Corano non vi è alcun obbligo esplicito per le donne di portare il velo e non vi è accordo unanime tra gli studiosi di scienze religiose. Differente invece la posizione di Hassan al-Banna, fondatore dei Fratelli Musulmani in Egitto e convinto sostenitore del velo. In ogni caso la scelta di portare il velo dovrebbe essere fatta in totale libertà ed autonomia da parte della donna e non certo sotto costrizione o minaccia da parte dell’uomo.

Siamo dunque ancora una volta di fronte a un’interpretazione estrema ed anche non corretta della religione, verosimilmente legata a motivazioni personali, in questo caso alla sete di vendetta. Attraverso una giustificazione “religiosa” tutto può diventare lecito per certi individui, anche massacrare i propri figli.

Una condanna unanime da parte delle comunità islamiche locali sarebbe molto utile non solo per cercare di prevenire potenziali altri episodi del genere, ma anche per sottolineare come tali atroci comportamenti sono ben lontani dall’etica e la morale islamica; dopotutto i primi a rimetterci in questi casi sono i musulmani stessi.

Comments

  1. Ahahah, come se cambierà qualcosa con questi cialtroni.