Un Pd isolato rischia di perdere la battaglia sulla legge elettorale (e Palazzo Chigi)
Un agguato. Così Bersani ha definito l’estemporanea alleanza tra Udc e Pdl per modificare la legge elettorale. “Non ci vogliono far governare”, protesta il leader del Pd. Infatti, il nodo dello scandalo, secondo i vertici democratici, riguarderebbe l’intesa – per ora embrionale – per una nuova legge in senso proporzionale con un premio di maggioranza che scatterebbe solo sopra la soglia del 42,5%, soglia che nessuna coalizione – e nessun partito – è in grado di raggiungere, compreso il centro-sinistra, dato oramai per vincente.
Parola d’ordine: “Prendere tempo”. Il Pd ha traccheggiato a lungo. Per anni ha chiesto di cambiare il Porcellum, una legge, secondo i democratici, che “non permette di governare”. Salvo, poi, sondaggi e proiezioni alla mano, accorgersi che Bersani o Renzi potranno sedere a Palazzo Chigi solo con l’attuale legge, mantenendo il sistema proporzionale. Per questo, prima il Pd ha chiesto il sistema uninominale – già oggetto del referendum del 1993 –, poi ha cercato di guadagnare tempo in commissione tra un valzer e un minuetto con il Pdl. I democratici hanno iniziato un dialogo con Alfano & co. su una bozza di legge elettorale proporzionale con premio al partito o alla coalizione che raccoglie più consensi. Ma tutto si è arenato quando il Pdl non ha concesso un premio superiore al 12,5%, quota per la quale il Pd avrebbe potuto seriamente rischiare di non ottenere la maggioranza dei seggi in Parlamento.
Era meglio il Porcellum. Allora nel Pd è serpeggiata l’idea che tutto sommato meglio affidarsi al male minore, cioè al Porcellum. Ma non lo si può dire in tv, dopo essere stati i suoi più acerrimi detrattori. Eppure il vero problema dell’attuale legge elettorale, checché ne dicano Prodi e Berlusconi, non è la governabilità. Bensì l’impossibilità da parte dei cittadini di scegliere chi siederà in Parlamento. Quindi, il Pd ora dovrà giocare una difficile battaglia comunicativa: da una parte deve difendere “quello che di buono contiene il Porcellum” e dall’altra deve (o deve dare la parvenza di voler) dimostrare la sua intenzione di rendere più “giusta” questa legge introducendo le preferenze. Un compito non semplice che richiede massima attenzione nelle dichiarazioni pubbliche anche perché già ieri sera Gasparri da una parte e Casini dall’altra hanno sottolineato la volontà del Pd di tenersi stretto il Porcellum, spesso indicato, anche dai suoi ideatori, come una vera e propria porcata.
Il Pd isolato. In questo momento il Pd è solo. L’unica strada sarebbe stata quella di far cadere Monti. Ma oramai, con l’entrata nel semestre bianco di Napolitano, le Camere non potrebbero essere sciolte anticipatamente e quindi Pdl e Udc avrebbero il tempo di approvare (con l’aiuto della Lega e magari anche di Di Pietro) una legge che avvantaggerebbe tutti tranne l’unico partito rimasto in piedi nella bufera grillina. Con buona pace della governabilità