Mara Carfagna adesso vuole fare la giornalista - Diritto di critica
Choosy, lei sembra non esserlo di certo: Mara Carfagna, ex ministro delle Pari opportunità durante l’ultimo governo Berlusconi, di lavori ne ha infatti tentati parecchi. Ed ecco che dopo la carriera come valletta, presentatrice, conduttrice, showgirl, fotomodella e politica, ora tenta una strada che ancora le mancava: quella del giornalismo.
A dare la notizia è un articolo di Rita di Giovacchino sul Fatto Quotidiano: la Carfagna avrebbe infatti fatto richiesta all’Ordine dei Giornalisti della Campania per ottenere il tesserino da giornalista pubblicista, grazie a settanta articoli da lei firmati tra agosto 2010 e agosto 2012 per “Primativvù”, emittente locale di Avellino. Arte, ambiente, turismo e cultura erano gli argomenti principali dei pezzi preparanti per la televisione campana che della Carfagna portavano la firma ma erano poi letti da una voce narrante maschile e che – stando alla fattura da 500 euro presentata assieme alla documentazione per l’ottenimento del tesserino – le sarebbero stati pagati 7 euro ciascuno, cioè il minimo consentito. Settanta è inoltre il numero minimo richiesto dall’Ordine dei Giornalisti della Campania per l’iscrizione all’albo dei pubblicisti.
Peccato però che la richiesta non sia stata accolta: dal momento infatti che Mara Carfagna – all’anagrafe Maria Rosaria Carfagna – pur essendo originaria di Salerno da anni abita e lavora a Roma, l’ordine campano se n’è lavato le mani, sostenendo che la domanda per l’ottenimento dell’agognato tesserino da parte dell’ex ministro deve essere presentata all’Ordine dei Giornalisti del Lazio. «Niente di male, è una donna colta, piena di interessi, – ha spiegato Franco Gensale, direttore di “Primativvù”, al Fatto Quotidiano – ma vive a Roma, ci inviava il testo scritto e al resto pensavamo noi».
Curioso, infine, come l’ex ministro per le Pari Opportunità sia finita a scrivere non per un grande quotidiano nazionale ma per una piccola e sconosciuta emittente locale di provincia, scrivendo articoli “a distanza” e ad un prezzo più elemosinato che guadagnato.
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