Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | December 22, 2024

Scroll to top

Top

Tra black list e vademecum, il M5Stelle vuole una stampa da “cagnolino di regime”

Il Movimento 5 Stelle, si sa, ha regole tutte sue per quanto riguarda la stampa e la libertà d’informazione. Oltre al vademecum per i giornalisti di qualche giorno fa, in cui si invitava la stampa a parlare di “attivisti” e non di “grillini”, di “Movimento” e non di “partito”, di Grillo come “portavoce” e non di “leader”, ieri si è scoperto che esiste addrittura una “black list” di testate giornalistiche con cui è «vietato parlare», cioè rilasciare interviste o dichiarazioni. A scoprirne l’esistenza, la trasmissione Rai Agorà e la sua giornalista Cecilia Carpio, colpevoli, per il M5S, di aver mandato in onda un servizio in cui era collegato via skype un consigliere comunale di Parma, Roberto Furfaro.

Nella nota diffusa dalla stessa redazione di Agorà, si racconta quanto accaduto sabato scorso, giorno in cui è stato girato il video. Carpio intervista due attivisti del M5S ad un banchetto informativo allestito a Roma e i due sono, in principio, molto disponibili. Almeno fino a quando non si avvicina un altro attivista responsabile del Municipio per il M5S, ricordando loro che «le regole sono regole, non dovevate rilasciare l’intervista», intimando alla Carpio di spegnere la telecamera. A quel punto, anche i due attivisti cambiano atteggiamento e negano l’autorizzazione a mandare in onda il servizio. A microfoni spenti, alla giornalista viene appunto svelata l’esistenza di questa black list e qualche ora dopo, al giornalista conduttore del programma, Andrea Vianello, vengono inviate tre mail di diffida dal mandare in onda il servizio.

Purtroppo la vicenda non stupisce, proprio perché il Movimento 5 Stelle è ormai un habituè di questi diktat. Ma lascia perplessi vedere con quanto disprezzo M5S e Grillo trattino la categoria dei giornalisti: non che sia stata offesa in prima persona la giornalista Carpio (nitente di personale, insomma), ma certo il suo lavoro sì. Così come il lavoro di un’intera redazione (quella di Agorà). E di conseguenza il lavoro di un’intera categoria, martoriata come sappiamo dal precariato e da stipendi da fame, per lo più.

Inoltre, la black list e il vademecum, così come l’atteggiamento ostile di Grillo e degli attivisti, stridono fortemente con un articolo apparso ormai due mesi proprio sul blog di Grillo e dal titolo “la libertà di stampa è precaria” in cui si affrontava proprio il tema dei giornalisti precari, concludendo che «Il potere, di qualsiasi colore, non ama i giornalisti e in Italia per disinnescare il problema è stato consentito che diventare giornalisti, essere assunti, sia un privilegio di pochi, così che la stampa diventi il cagnolino del regime e non il guardiano». Una frase che, a leggerla oggi alla luce dei fatti delle ultime settimane, sembra profetica. O, peggio, quasi una missione.

Comments

  1. il M5S si difende da una stampa collusa col potere che ha portato l’italia al 61 posto come liberta’ d’informazione, stamani ad agora’ il conduttore ha detto che i talkshow sono un pezzo della democrazia!

    • John Smith

      Altro che avanti. Indietro si ritorna. Fascisti ecco quello che siete

  2. Secondo me quando entri a far parte del movimento sai già perfettamente qual’è la linea di pensiero dello stesso e quindi:
    siccome il movimento è contro le televisioni che considera come oggetto in mano ai politici o per meglio dire al governo di turno, ha deciso di fare per così dire quadrato e non mandare i suoi membri in televisione perché l’informazione si può fare benissimo in rete o dal vivo (come ampiamente dimostrato) allora perché vuoi andare contro questo principio e fare come ti pare?!

    Io credo che andare in televisione non solo vanifica lo sforzo collettivo del movimento di snobbare questa tipologia di divulgazione “dell’informazione” falsa (e obsoleta a mio avviso) ma provoca danni allo stesso movimento come ad esempio l’uscita non prevista di informazioni da parte di Favia. Cioè se vuoi fare politica di salotto nelle televisioni allora prendi la tua bella valigia e c.v. e te ne vai nel pdl pd o quant’altro.

    Se invece stai nel M5S da quando ci entri sai perfettamente che non sono ben visti i comizi in televisione e quindi eviti di farli per creare polemiche e fare in modo che beppe debba mostrare la sua contrarietà e far quindi pensare a certa gente che faccia il padre padrone quando invece sta semplicemente difendendo una linea d’azione del movimento, cioè quella di non partecipare a trasmissioni salotto in televisioni corrotte o che comunque possano distorcere l’informazione.

    personalmente non ci vedo nulla di male nell’apparizione ma capisco che ogni partito ha la sua strategia per vincere e se tu vuoi lavorare in quel partito mantieni quella linea altrimenti se non ti sta bene vai da un altra parte mi sembra semplice!

    A quest’ora senza qualche strigliata di Beppe a il movimento sarebbe già diventato un partito per gli scalda poltrone ecc..

    Insomma ogni persona che sta dentro il movimento non può fare come gli pare ci sono delle regole da seguire che caratterizzano lo stesso movimento, non seguire queste regole significa non aver compreso a pieno il metodo che il movimento vole utilizzare per farsi strada ed emergere rispetto agli altri.

    Poi mi chiedo: se sai che andare in tv provoca polemiche ( e lo sai perchè di altri episodi c’è ne sono stati) e distoglie l’attenzione dai veri problemi e va creare spaccature nell’opinione pubblica allora per quale motivo ci vai?! Insomma proprio non capisco il suo comportamento e poi adesso fa la vittima perché ha ricevuto critiche a destra e a manca quando anche un bambino avrebbe capito le conseguenze di una apparizione in televisione.

    Semplicemente ha deciso di fare di testa sua ed è uscita dalle linee guida che vengono date dal movimento e quindi mi sembra giusto che si becchi le nostre critiche. e non è perché Beppe grillo ha detto che va esonerate che adesso la trattiamo tutti con i guanti perchè siamo tutti delle pecore, se mai è perché siamo tutti d’accordo nel pensare che la tv non è il mezzo con il quale il movimento vuole farsi strada e con noi intendo chi ci sta dentro e chi sostiene il movimento. Standoci all’interno non è possibile non sapere certe cose quindi lei ha fatto una scelta e adesso la sta pagando.

    • John Smith

      Cacchio c’entra con l’articolo? Qua si parla del fatto che voi volete uno e solo quotidiano il vostro di regime 5 stelle.

  3. Luc

    Bisognerebbe creare una stampa alternativa, forse c’è anche … ma al momento se si guarda la televisione italiana (compresa Agorà) si ha l’ impressione di assistere ad uno spettacolo di servilismo inaudito nei confronti delle lobby di potere

  4. “Ma lascia perplessi vedere con quanto disprezzo M5S e Grillo trattino la categoria dei giornalisti”
    Prima di blaterare a vanvera; consultare e ricordarsi sempre, magari riempendovi il monitor del vostro pc con una tonnellata di post-it, in quale posizione è messa l’Italia in quanto a libertà d’informazione rispetto agli altri paesi. Se siamo messi come siamo un po’ è pure colpa vostra.

  5. John Smith

    “Al di fuori, al di sopra, e contro i partiti” disse Beppe Grillo…no Mussolini