Rifiuti a Roma, Governo prepara colpo di mano - Diritto di critica
Sarà un’azione di forza del Governo a risolvere la questione rifiuti di Roma? E’ quel che minaccia il ministro Clini, avvertendo Provincia, Regione e Comune di Roma: “se non sceglie nessuno, sceglieremo noi”. La chiusura di Malagrotta si avvicina inesorabile: restano tre mesi di tempo per trovare l’alternativa. Per Sottile, bisogna spedire i rifiuti all’estero – e tanti saluti. Il ministro dell’Ambiente pensa invece al Nord Italia. Nessuno, per l’ennesima volta, chiede ai cittadini.
Scelta obbligata. Il responsabile dell’Ambiente “non ritiene accettabile il rischio dell’assenza di gestione dei rifiuti della Capitale”, e suggerirà al governo di adottare “misure straordinarie non negoziabili con la Regione e le istituzioni locali” per la gestione del ciclo integrale dei rifiuti di Roma”. E’ l’apoteosi del commissariamento. Clini non attenderà l’accordo delle istituzioni locali, ma tirerà dritto verso la “sua” soluzione del problema. La minaccia arriva dopo un incontro meno che incoraggiante tra il ministero e la Commissione di europarlamentari inviati da Bruxelles, che hanno tirato ancora una volta le orecchie all’Italia già multata per la questione Malagrotta.
“La storia di Roma è questa: ogni proposta che viene formulata trova un’opposizione e nessuno si assume la responsabilità di scegliere“. Vero. La soluzione delle discariche non è piaciuta a nessuno: dopo Malagrotta, Regione, Provincia e Comune hanno litigato su ogni possibile sito, da Corcolle ad Aprilia, da Valle Galeria a Monti dell’Ortaccio. E ogni sito, oltre ad essere difeso strenuamente – e giustamente – dai cittadini, si è rivelato inutilizzabile.
Le soluzioni del commissario Sottile non funzionano. Mandare i rifiuti all’estero, come ha fatto in via emergenziale Napoli con l’Olanda, è una resa incondizionata al problema, e dà la stura a mille possibili abusi di traffici illegali. Non va meglio con il sito di Monti dell’Ortaccio, indicato dal commissario come unica possibile “discarica temporanea”. Un sito già rigettato dalla commissione di europarlamentari che doveva valutare la posizione dell’Italia, già multata dall’Ue per violazione dei diritti dei cittadini in tema di rifiuti.
Scartato il commissario, il Ministro vuol tirare dritto. Per Clini la soluzione è in 2 tempi: mandare innanzitutto al Nord i rifiuti in eccesso, soprattutto a Bologna, Venezia, Verona, dove dovrebbero essere trattati negli impianti già funzionanti. Per l’emergenza, anche i cementifici potranno dare una mano a bruciare rifiuti. Intanto, entro il 2014, portare la differenziata al 50% e il pretrattato biomeccanico al 75%. Il tutto a bilanci invariati.
Non sono decisioni facili, e la cosa peggiore è che proprio i primi interessati, cioè i cittadini, ne vengono tenuti fuori. Si parla del territorio come di un cassonetto “gratuito”, nella speranza che valga il vecchio detto “lontano dalla Città, lontano dal cuore”. Ma in campagna i danni non sono meno gravi che in un’eventuale invasione dei rifiuti nella Capitale: un’indagine epidemiologica calcola un incremento del 25% dei malati di tumore nella zona di Valle Galeria, altro sito “papabile” ma troppo vicino a Malagrotta.
Una soluzione va trovata, ovviamente. Ma non è pensabile il colpo di mano dall’alto. Anche se lo scandalo in Regione e le elezioni di Roma Capitale rallenteranno certamente le decisioni. Il Governo Monti non può sperare di concludere tutto “dalla Cattedra”, senza ascoltare i cittadini. E dai cittadini bisogna anche farsi capire, e approvare.