Berlusconi parla, sale lo spread. E il Pdl si sgretola
Mentre nel Pdl si litiga, sale lo spread. Tutta colpa di Silvio Berlusconi, che tra un annuncio e il suo contrario sta creando confusione nel suo partito – oggi spaccato a metà – e addirittura sui mercati finanziari. Il suo ritorno, vero o presunto fa paura. Una conferma che, nonostante sia passato quasi un anno dalle sue dimissioni da Palazzo Chigi, il Cavaliere è ancora l’uomo più influente della politica e della società italiana.
I due Berlusconi. Quel video sembrava proprio la resa di un leader stanco e con la faccia deturpata da troppi lifting. Ma subito Berlusconi si è smentito. Prima ha difeso Monti “Ci sono degli errori ma siamo nella direzione giusta”, poi lo ha attaccato “Valutiamo di staccare la spina al governo”. Insomma, non è chiaro se ci sia una strategia studiata per destabilizzare il partito o per sondare l’opinione pubblica. O semplicemente il delirio di un uomo che non riesce a mettere la parola fine ad una vita politica incredibile ma che è arrivata al capolinea.
Crepe nel Pdl. Le sue dichiarazioni non salvano il Pdl in Sicilia – divorato da Grillo e dall’astensionismo –, ma acuiscono le spaccature interne al partito. Non si tratta più di quella frattura tra montiani e anti-montiani. Ma su quel solco si sta delineando una crepa che divide i berlusconiani da chi vuole chiudere il capitolo di Arcore una volta per tutte e procedere verso una normalizzazione del partito stesso, prima che sia troppo tardi. Così, voci insistenti parlano di spaccatura che potrebbe concludersi con la nascita di una nuova lista per le elezioni del 2013. Il Pdl guidato da Alfano – se riuscirà a superare la burrasca del dopo-voto siciliano – e una lista guidata da Berlusconi con i suoi aficionados.
Lui parla e lo spread sale. Ma le parole di Berlusconi, che ha paventato una sfiducia a Monti e ha attaccato la Germania, sono state ascoltate con una certa preoccupazione anche fuori dai confini. Non solo a Berlino. Ma anche e soprattutto tra gli investitori finanziari. La settimana alla Borsa di Milano è iniziata con una flessione dell’indice Fste Mib a 15.359 punti (-1,51%), di gran lunga la peggiore in Europa. Inoltre, lo spread Btp-Bund ha chiuso a 356 punti, cancellando gran parte dei progressi registrati nel mese di ottobre mentre il rendimento del Btp decennale è risalito sopra la soglia del 5%. Secondo gli analisti non si tratterebbe comunque di un nuovo “caso Italia”, ma è ovvio che alcune parole hanno creato più di qualche preoccupazione sul processo di risanamento del nostro Paese. I 13 punti di spread guadagnati ieri mattina, con il differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi salito dai 337 punti base di venerdì sera a quota 350 si traducono in un aumento di 1,5 miliardi in tre anni degli interessi sul nostro debito.