Quel salvacondotto giudiziario per il Cav che rischia di affossare Monti
Pochi giorni fa era per il Monti-bis, adesso tuona contro il governo. Quello che sta andando in scena è un Berlusconi ormai senza rotta, capace di sostenere a giorni alterni tutto e il suo contrario. Come Sansone con i filistei, il Cavaliere è disposto a trascinare partito e alleati nel gorgo elettorale (dove il Pdl rischia di sprofondare come mai prima) pur di vendicarsi per quel salvacondotto giudiziario mai ammesso, alla base del suo ritiro ai tempi dello spread.
Il triangolo no. La condanna nel processo per i diritti televisivi non ci voleva (eppure il Cav la temeva), e ha mandato a monte il delicato triangolo politico (Napolitano-Monti-Berlusconi) che B. aveva dimostrato di voler sostenere. Ulteriore segnale di distensione: l’annuncio del Cav., a poche ore dalla sentenza, del ritiro dalla prima linea. Una mossa che avrebbe forse dovuto rafforzare quell’impressione di buona volontà nel sostenere il nuovo ordine politico, chiudendo l’era berlusconiana.
Il segnale per Napolitano. La condanna, però, ha rovesciato il tavolo. Pur di far saltare quell’intesa con Napolitano, Berlusconi minaccia adesso di togliere la fiducia a Monti. Cavalcando da un lato l’ondata di indignazione verso il governo tecnico, dall’altro rischiando di marchiarsi della colpa tremenda dell’ irresponsabilità: comportamento opposto alla linea di comunicazione tenuta invece dal Pd e da Casini, aficionados – con alti e retorici bassi – del governo Monti. Nel partito, com’è ovvio, in molti non condividono una presa di posizione così unilaterale e suggeriscono: Berlusconi si faccia una lista sua.
Senza rotta. E se alla ridiscesa in campo del Cavaliere hanno fatto eco più perplessità e silenzi che non cori di soddisfazione, il Pdl è ormai allo sbando e non trova pace, con un ricambio generazionale che sembra sempre più lontano (al contrario delle elezioni politiche). E con Alfano che sperava di riorganizzare i moderati attorno a un progetto politico nuovo: l’annuncio di Berlusconi manda a carte quarantotto qualsiasi sua buona intenzione.
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berlusconi non ha pietà per il suo paese.
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