Grillo fagocita il Pdl e l'Idv. Sfonda quota 20% e diventa primo partito in Sicilia
Niente clamore e poche parole. È bastata l’attraversata a nuoto dello Stretto di Messina e qualche battuta su Renzi. O forse è bastato Fiorito, Maruccio e gli scandali della giunta Formigoni. Il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo vola nei sondaggi. Nonostante la battuta d’arresto di fine agosto e delle prime settimane di settembre, il comico genovese e i suoi seguaci stanno guadagnando terreno. A scapito del Pdl e dell’Idv.
Il Pdl senza paracadute, tra scandali e Formigoni. Secondo i sondaggisti di SWG il M5S, la scorsa settimana, ha sfondato il muro del 20%, attestandosi – per la precisione – al 21%. Il partito di Alfano e Berlusconi continua a scendere rapidamente lungo il precipizio. Per ora si attesta al 14% (minimo storico) ma è possibile che nei prossimi giorni diminuisca ancora. È un’emorragia di voti dopo gli scandali e dopo l’addio, sempre più concreto e reale, di Silvio Berlusconi. E se al Cavaliere si perdonava tutto – dalle feste di Arcore alla Minetti, passando per la “nipote di Mubarak” Ruby, agli altri no, soprattutto quando l’ostentazione del lusso e del divertimento – pagati con i soldi dei cittadini – cozza con la situazione difficile del Paese. Fanno decisamente più presa le parole di Grillo contro gli sprechi e contro l’inettitudine di una classe dirigente che ha portato l’Italia nella situazione attuale.
Di Pietro silenzioso e Maruccio combina guai. Anche l’Idv di Antonio Di Pietro si sta volatilizzando. Forse per colpa di Maruccio, forse per i silenzi dell’ex magistrato di Mani Pulite. Gli elettori dell’Italia dei Valori, che ha fatto della legalità il punto focale delle proprie battaglie, sono a disagio di fronte agli scandali (che colpiscono anche il partito “più pulito”) e soprattutto senza più una linea politica. Di Pietro ha prima sparato ad alzo zero su Mario Monti e sul Pd. Lo ha fatto per mesi forse anche per inseguire (o per lo meno arginare) Grillo. Poi, però, di fronte alle prospettive di alleanza a sinistra, si è chiuso in un rigoroso silenzio stampa già da mesi, mentre è recente la lettera fatta pervenire a Bersani, nella quale si chiedeva, con toni distensivi, di riaprire il dialogo (amici come prima, quindi). Insomma, un partito allo sbando che nel giro di una settimana ha perso un punto e mezzo nei sondaggi, attestandosi oggi al 4,3%.
Sicilia, la prova del nove. Se nel Paese il M5S potrebbe (con molta probabilità) diventare il secondo partito, in Sicilia rischia di essere, alle prossime elezioni locali del 28 ottobre, il primo. Complice la forte frammentazione politica della regione meridionale, al M5S basterà arrivare all’8%, come prefigurato da sondaggi SWG. Tuttavia, non avremo, con molta probabilità, una regione governata da un grillino. Infatti, il candidato 5 Stelle Giancarlo Cancelleri è dato comunque dietro ai candidati Pdl e Pd. Il voto siciliano, tuttavia, sarà la prova del nove per il MoVimento: si vedrà se effettivamente coloro che dichiarano nelle interviste di votare 5 Stelle lo faranno per davvero. “Se in Sicilia il M5S raggiungerà con il voto l’8%, è molto probabile che arriverà senza difficoltà al 20% a livello nazionale”, spiega Roberto Weber di SWG, intervistato dal Corriere. “Se riusciranno ad intaccare quella “cittadella” (la Sicilia – ndr), dove la fisiologia del voto è completamente diversa da quella di larga parte del Paese, è molto probabile quindi che avranno grossa consistenza a livello nazionale”.
Twitter: @PaoloRibichini
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In Sicilia stanno correndo ai ripari “Nuove assunzioni ” pagamenti sottobanco….ma quello che non sanno e non vogliono capire è che anche li gli onesti sono la maggioranza di quella regione se decidono di andare a votare li rovesciano davvero altro che 8% li diventano il 3o% alè ragazzi di 5 stelle
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LA MAFIA NON STRANGOLA
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