Napolitano potrebbe sciogliere la Giunta Formigoni per decreto (ma non lo farà)
IL GRAFFIO – La conferenza stampa di ieri in cui Formigoni ha annunciato senza troppi indugi di andare avanti per la propria strada, azzerando la Giunta all’indomani dell’arresto dell’assessore Pdl Zambetti, non ha tenuto conto dell’articolo 126 della Costituzione e delle prerogative – rigorosamente inapplicate – del Capo dello Stato.
Se la Regione Lombardia fosse stata un comune, infatti, il ministro Cancellieri l’avrebbe già sciolta per infiltrazioni mafiose. La normativa, però, non lo consente, quasi che la criminalità possa mettere le mani solo sugli appalti dei piccoli comuni e delle provincie e non influenzare politici e commesse a livello regionale, cui spetta una rosa di competenze che vanno dai trasporti alla Sanità, fino alle infrastrutture. Una vera e propria gallina dalle uova d’oro.
A differenza del comune di Reggio Calabria, quindi, ieri Formigoni ha potuto decidere di non dimettersi azzerando di fatto la Giunta ma restando ben saldo al proprio posto. Dalla sua aveva anche la certezza che nessuno – la consuetudine in questo caso fa storia – men che meno il Capo dello Stato, avrebbe applicato l’articolo 126 della Costituzione, unico caso in cui viene espressamente prevista la possibilità di sciogliere un consiglio regionale: “Con decreto motivato del Presidente della Repubblica – recita l’articolo – sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge”. E nel caso lombardo le indagini e gli arresti si sprecano.
Sarebbe un caso più unico che raro – è vero – ma sarebbe forse il miglior segno di rinnovamento possibile. Un ammonimento tanto clamoroso quanto benvenuto.
Twitter@emilioftorsello
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