Obama e Romney, è battaglia su economia e riforma sanitaria
“Dopo quattro anni l’America è più debole e io la farò ripartire”. Non usa giri di parole Mitt Romney, candidato repubblicano, sfidante alla Casa Bianca di Obama. Durante il dibattito all’Università di Denver, in Colorado, Romney è sembrato molto battagliero, a tratti spavaldo, davanti alla platea presente e ad almeno 60 milioni di telespettatori inchiodati davanti allo schermo. Il presidente Obama chiude il primo dibattito ammettendo alcuni errori, compiuti durante la sua amministrazione, e rilanciando su “un nuovo patriottismo della classe media”.
I due contendenti per la Casa Bianca si sono dati battaglia sull’economia, sul debito, sul fisco, sulla riforma sanitaria e sul governo. Romney ha detto di voler far ripartire gli Stati Uniti, sostanzialmente attraverso cinque punti: indipendenza energetica, raddoppio scambi commerciali, linea dura con la Cina, bilancio equilibrato e appoggio a pmi. Obama è sembrato, visibilmente, sulla difensiva non riuscendo a tirar fuori quella grinta che lo ha sempre caratterizzato.
“Basta agevolazioni alle imprese che si arricchiscono sulle spalle dei cittadini americani – ha precisato l’attuale presidente –, come quelle energetiche che raddoppiano i profitti quando si fa il pieno di benzina. E basta sgravi a quelle che delocalizzano all’estero”. Obama ha accusato Romney di voler frenare la riforma di Wall Street, ribadendo la necessità di eliminare tutti i comportamenti a rischio e rivendicando l’aiuto alle banche “ripagato con gli interessi”. Il candidato repubblicano ha replicato dicendo di essere favorevole a più regole, pur essendo “contrario al fatto che cinque banche siano troppo grandi per fallire, senza pensare ai piccoli istituti”.
Sulla riforma sanitaria, in caso fosse abolito l’Obamacare, “l’America sarebbe alla mercé delle assicurazioni”. Cosi il presidente ha difeso una delle riforme chiavi della sua amministrazione. Romney ha ribadito la volontà, qualora fosse eletto nuovo presidente degli Stati Uniti, di cancellarla poiché “è preferibile un approccio privato, dove è il cittadino che sceglie l’assicurazione e non qualcuno che la impone”.