Esplode il Caso Fiorito, indagini in sette regioni per peculato
Un bombardamento a tappeto. La Guardia di Finanza sta passando al setaccio sette Regioni su 20, tra conti correnti “opachi” e soldi pubblici “ad personam”. Al Sud spiccano le indagini ormai biennali in Basilicata e Campania, ma anche l’Emilia, il Piemonte e la Valle d’Aosta hanno le loro magagne. Al centro, il Lazio si rotola nel fango del caso Fiorito, arrestato per “rischio di reiterazione del reato”. Pronta la difesa dell’avvocato Taormina: “non è peculato, in fondo sono soldi privati”.
Al Sud. In Campania, i magistrati della Procura Novelli e Greco hanno acquisito i bilanci 2008-2012, setacciando i flussi di denaro del Consiglio attuale e di quello precedente. L’ipotesi è che i 4,5 milioni di euro l’anno erogati dalla Regione siano stati spesi in sprechi e spese personali dei gruppi consiliari. In Basilicata gli inquisiti sono quattro, per falso e truffa: avrebbero intascato i rimborsi chilometrici per non residenti, nonostante tutti loro avessero dimora a Potenza. Tra loro, anche il presidente del Consiglio Regionale Prospero De Franchi.
Nelle Isole non va meglio. In Sardegna due consiglieri e un assessore si presenteranno a processo tra il 5 e il 15 novembre, per aver utilizzato denaro istituzionale in auto e vestiti, bollette, viaggi e cene. Uno scandalo che potrebbe allargarsi ad altri 20 consiglieri. In Sicilia l’indagine è ancora a livello conoscitivo, ma il bottino aggredibile è enorme: 12,65 milioni di euro versati dall’Assemblea Regionale Siciliana ai gruppi, prevista in aumento nel prossimo bilancio.
In Emilia Romagna e Piemonte si indaga a pieno ritmo; ieri a Bologna gli uomini della Guardia di Finanza hanno ispezionato le aule della Regione, chiedendo ai capigruppo l’intera documentazione inerente alle spese dal 2010 in poi. Un pool appositamente creato cerca conferme al mandato per peculato spiccato dalla Procura di Bologna contro ignoti. A Torino si indaga dopo le rivelazioni di un deputato pidiellino su una “settimana bianca” pagata dalla Regione ad un consigliere. Ad Aosta, invece, la Regione versa i contributi per tre consiglieri. In attesa di riscontri.
Il Laziogate che non esiste. A Roma, l’avvocato Taormina sta facendo scintille. Il suo assistito, Franco Fiorito, è stato arrestato per ordine del giudice per le indagini preliminari, in quanto sussiste il rischio di “reiterazione” del reato. L’avvocato si scaglia contro la misura precauzionale “che non sta in piedi” ed espone la sua strategia difensiva: “Esiste già una radicata giurisprudenza in materia: i soldi pubblici, una volta entrati nelle casse del partito, diventano a tutti gli effetti privati, e come tali possono essere gestiti. Ci piaccia o no.” Se fosse vero nessun pubblico ufficiale sarebbe inquisibile di peculato: basterebbe far transitare le operazioni su fondi di partito…
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