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Diritto di critica | November 25, 2024

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Il razzismo nel calcio non conosce confini, in allerta la Federazione inglese - Diritto di critica

Nonostante l’assoluzione da parte del tribunale di Westminster, il difensore del Chelsea paga le offese al giocatore del QPR Anton Ferdinand. John Terry è stato squalificato per quattro giornate per gli insulti razzisti che avrebbe rivolto al suo collega. Lo ha reso noto la Football Association. Il caso, risalente alla scorsa stagione, era finito in tribunale dopo che il capitano dei Blues e della nazionale inglese aveva negato gli insulti davanti a Scotland Yard. A luglio il tribunale di Westminster aveva assolto Terry, accogliendo così la tesi della difesa e stabilendo che non ci sono sufficienti prove per chiarire quali parole avesse pronunciato il giocatore.

A seguito delle presunte frasi razziste, la Federcalcio inglese aveva tolto al difensore la fascia di capitano della nazionale e Fabio Capello, in polemica con questa decisione, si era dimesso dall’incarico di commissario tecnico. Esaurita l’inchiesta penale, la Federcalcio aveva aperto una propria indagine e la conclusione sono i quattro turni di stop. Nei giorni scorsi il difensore del Chelsea aveva annunciato l’addio alla nazionale inglese sostenendo che la pressione nei suoi confronti era diventata insostenibile.

Non è la prima volta che avvengono episodi a sfondo razzista e che la Federcalcio inglese prende dei provvedimenti. Lo scorso campionato, il giocatore del Liverpool Luis Suarez insultò, pesantemente, Patrice Evra del Manchester United. La Football Association non fece sconti in quel caso: 8 giornate di squalifica e 40mila sterline di multa.

Altro caso riguardò l’ex manager dello Swindon Paolo Di Canio, accusato da un suo stesso giocatore. L’allenatore italiano avrebbe rivolto degli insulti a Jonathan Tehoue. La Federazione inglese ha aperto un’inchiesta. Di Canio, all’epoca, motivò l’esclusione del giocatore adducendo a un fatto, meramente, tecnico: “Non è bravo come pensavo. E’ impossibile pensare che possa giocare ancora con lo Swindon”. Il club ha difeso l’ex manager, ma ci sono alcuni giocatori che avrebbero sentito la frase incriminata e sarebbero pronti a testimoniare. Di Canio, ricorda il Daily Mail, non è nuovo a episodi del genere: quando vestiva la maglia della Lazio in Italia fu multato per aver fatto il saluto fascista ai tifosi.