Ora di religione addio? Il ministro Profumo propone di riformarla
“Modifichiamo l’ora di religione”. È questa la proposta del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo per le scuole. L’obiettivo è di trasformarla in un’ora di storia delle religioni o di etica. Secondo il ministro, l’insegnamento della religione, così come viene fatta oggi, non ha più senso dato che circa il 30% degli studenti non è cattolico. Secondo i dati dell’ultimo dossier Caritas, su circa 700 mila studenti figli di stranieri, solo il 20% è di credo cattolico e la percentuale degli allievi che decidono di non frequentare l’ora di religione è salita al 10%.
“Non c’è reciprocità”. Il potenziale provvedimento ha chiaramente suscitato opinioni contrastanti; alcuni lo ritengono un atto di “debolezza” che porterebbe a rinunciare alle proprie tradizioni per assecondare gli immigrati. In certi casi è stato fatto espressamente riferimento ad una presunta mancanza di reciprocità con i paesi islamici. Altri lo ritengono invece un passo avanti dal punto di vista culturale ed educativo e sottolineano l’importanza di conoscere tutte le religioni. Vi sono poi quelli che sostengono come sarebbe più utile abolire l’ora di religione per sostituirla con ore aggiuntive di informatica e lingue visto che, in ogni caso, l’Italia è un paese laico.
Conoscere l’altro. Al di là delle differenti opinioni, tutte accettabili, è lecito chiedersi a quali vantaggi potrebbe portare una tale riforma. Dei corsi di storia delle religioni su base laica, tenuti da docenti appositamente preparati, dove le diverse religioni vengono illustrate non solo da un punto di vista dottrinario, ma anche attraverso un’analisi del contesto storico, sociale e culturale in cui sono nate e nel corso del quale si sono sviluppate, potrebbero aiutare in primis ad acquisire un’appropriata conoscenza dell’ “altro”, dunque ad abbattere diffidenza e pregiudizi reciproci, sfatando inoltre numerosi “malcostumi” che vengono frequentemente attribuiti alle religioni, ma che nulla hanno a che fare con queste.
Contro il fanatismo. In aggiunta, abbattendo tali “barriere” ed educando gli studenti alla conoscenza dei vari credi, si riuscirebbe a contrastare estremismo e fanatismo, i quali trovano terreno fertile proprio nell’ignoranza, nella “non conoscenza” del prossimo.
L’etica. Interessante anche l’idea del ministro di un potenziale approccio etico che, a differenza della morale, potrebbe risultare meglio accettato in quanto, come sosteneva Gabriele Mandel, la morale è spesso preconcettuata, mentre l’etica è a dimensione umana e adatta a tutti gli esseri umani. La morale dice “non rubare il portafoglio al tuo prossimo perché così facendo commetti un peccato”, mentre l’etica afferma “non rubare il portafoglio al tuo prossimo perché così facendo gli procuri un danno”.
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e’ giusto, e bisogna soprattutto che come succede per gli le altre materie l’insegnante venga selezionato dal provveditorato e non dal vescovo come succede adesso.
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magari ce riesce !!!
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Se fatto bene, in modo obiettivo, con gli insegnanti giusti, potrebbe essere una buona idea. In genere si ha timore di cio’ che non si conosce e lo scambio culturale arricchisce.
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