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Diritto di critica | November 20, 2024

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Dal film all'assalto, i misteri dietro la morte dell'ambasciatore americano

Libia nel caos. Nella notte di martedì un gruppo di estremisti islamici del gruppo Ansar al-Sharia ha assaltato il consolato americano a Bengasi a colpi di arma da fuoco ed RPG uccidendo l’ambasciatore Chris Stevens, un altro funzionario di governo e due marines.

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Dalle proteste alla violenza. Secondo fonti del governo libico i terroristi si sarebbero uniti ai centinaia di manifestanti radunatisi all’esterno dell’edificio per protestare contro il film “The Innocence of Muslims”, prodotto da un regista californiano Sam Bacile e nel quale verrebbero denigrati e derisi l’Islam e il profeta Maometto. Il film aveva già scatenato proteste all’esterno delle sedi diplomatiche Usa in Marocco, Tunisia ed in particolare in Egitto dove manifestanti salafiti si sono arrampicati sulle mura dell’ambasciata, hanno strappato la bandiera americana dandola alle fiamme e l’hanno sostituita con una bandiera nera con la professione di fede islamica.

I precedenti. Non è la prima volta che episodi di questo tipo generano violente proteste nel mondo islamico: nel febbraio 2005 fu il consolato italiano a Bengasi ad essere assaltato e dato alle fiamme in seguito a una t-shirt di Calderoli con una caricatura di Maometto. Nell’aprile 2010 i creatori del cartone animato South Park vennero minacciati di morte da estremisti islamici per aver raffigurato Maometto vestito da orso. Nel novembre 2011 venne lanciata una bomba molotov nella sede del settimanale francese Charlie Hebdo, colpevole di aver pubblicato un’immagine satirica di Maometto.

Un attacco premeditato. In questo caso però l’assalto risulta tutt’altro che “spontaneo”. Fonti del governo Usa affermano che molto probabilmente si tratta di un’operazione ben pianificata da parte di terroristi che avevano a disposizione armi non facilmente reperibili. Non è da escludere che Ansar al-Sharia, gruppo legato ad Al-Qaeda in Nord Africa, abbia utilizzato le manifestazioni fuori del consolato come pretesto per l’assalto che aveva invece l’obiettivo di vendicare l’uccisione del numero due di Al-Qaeda nella penisola arabica, Saeed al-Shihri, colpito pochi giorni fa da un drone americano nella parte orientale dello Yemen.

La dinamica. Anche la Quilliam Foundation sostiene l’ipotesi della pianificazione e mette in evidenza come l’attacco sia stato diviso in due fasi: inizialmente i terroristi avrebbero bersagliato direttamente l’edificio consolare e successivamente, una volta iniziata l’evacuazione, un secondo attacco sarebbe stato effettuato in una zona limitrofa dove erano stati portati i funzionari USA.

Il mistero del regista. Nel frattempo si infittisce il mistero sul regista del film “incriminato”. Di lui si sa veramente poco: secondo un’inchiesta del Guardian, Sam Bacile sarebbe lo pseudonimo di un immobiliarista californiano il quale però, secondo il Departement of Real Estate della California, non sarebbe in possesso di alcuna licenza e, in aggiunta, non comparirebbe neanche nel loro database. Alcune fonti affermano che si tratterebbe di un cittadino israeliano ma ciò sarebbe stato successivamente smentito dalle autorità israeliane. Secondo altre fonti Bacile farebbe parte della diaspora copta egiziana in California; curiosamente un membro della Diocesi copta di Los Angeles ha però dichiarato di non aver mai sentito il suo nome.

Un film proiettato una sola volta. Anche ad Hollywood si sa ben poco di lui, risulta sconosciuto nella comunità locale, il suo film “The Innocence of Muslims” sarebbe stato proiettato una sola volta e a sala praticamente vuota, non ha alcun agente registrato nel sito IMDBPro e nessun credito su alcun film o produzione televisiva. Una strana situazione dunque: il mondo islamico si scatena per protestare contro un film a dir poco ignoto , prodotto da un misterioso regista di cui non si sa praticamente nulla; durante le spontanee proteste viene assaltato il consolato USA da un gruppo di militanti che di “spontaneo” hanno ben poco e viene ucciso l’ambasciatore americano.

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