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Diritto di critica | November 22, 2024

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Di Pietro-Grillo, scene da un matrimonio?

di Alessandro Conte

Chi guarda il quadro della situazione politica italiana attuale troverà delle analogie con il calciomercato che infiamma il precampionato estivo. Cambi di casacche annunciati o ipotizzati, valzer di punte, rinnovamenti radicali di squadre cotte. Qui però il campionato è rappresentato dalle elezioni che, presumibilmente, si terranno nella prossima primavera; il valzer di punte consiste nei balletti delle leadership di partito; le squadre cotte, neanche a dirlo, sono le stesse formazioni politiche che stanno vivendo lotte intestine e giochi di potere in attesa che il tanto gridato rinnovamento li riassembli.

Se a destra tutto langue e nel Pd gli schieramenti sono chiari, una nuova ipotesi potrebbe emergere nella zona grigia che si pone come interstizio tra il centro-sinistra e la sinistra radicale, ovvero l’Italia dei Valori. Il partito pare non credere più nel suo leader ed esponenti di primo piano, come il fedelissimo Massimo Donadi, hanno più volte, nel corso degli ultimi mesi, condannato l’atteggiamento fin troppo disinvolto di Di Pietro che ha portato lo stesso partito all’isolamento più totale. Eppure Tonino era a un tiro di schioppo dal ritorno al governo, insieme al Pd e in una configurazione che lo vedeva come alleato e interlocutore importante, per non dire principale, di Bersani e dei democratici. Ipotesi scemata con l’ingresso a Palazzo Chigi di Mario Monti e la formazione della “strana maggioranza” a suo sostegno: lo storico primo incontro tra Alfano, Bersani, Casini e Monti, immortalato nella famosa foto pubblicata dal leader Udc su Twitter la notte dell’incontro in gran segreto nel tunnel che collega il Senato a Palazzo Giustiniani, ha definitivamente sancito lo strappo della foto di Vasto e l’ipotesi di un governo di centrosinistra che, con tutta probabilità, sarebbe venuto fuori dalle urne se queste fossero state indette all’indomani della caduta di Berlusconi.

Da allora Di Pietro non ha mancato di pungolare Monti e la politica dei tecnici da un lato e l’ “inciucio” della “strana maggioranza” dall’altro. Ma, sempre da allora, il segretario Idv ha portato avanti una battaglia radicale e a tinte forti che lo hanno indotto all’isolamento, totale se visto nel panorama di centro-sinistra virtuale se inscritto all’interno del suo stesso partito. Le posizioni e le dichiarazioni di stampo grillino, come da più parti appuntatogli, pare che a questo punto potrebbero prendere forma e trovare il loro sfogo naturale – e al tempo stesso irrazionale – in un avvicinamento (se non un vero e proprio ingresso) nel Movimento 5 Stelle del comico genovese. E se l’occhio a Grillo Tonino l’ha sempre strizzato, vuoi per idee vuoi per antimontismo, la fervida difesa nei confronti dei vari Grillo, Casaleggio, Favia e Tavolacci chissa che non nasconda, per usare il linguaggio “renziano”, l’idea che per non scomparire meglio “rottamarsi” e cambiare casacca o quantomeno tentare una manovra di avvicinamento in vista del prossimo campionato.