Vita da esodato: senza pensione e con la buonauscita agli sgoccioli
Gli esodati della Fornero non sono solo un titolo buono per i giornali, di quelli che si leggono chiedendosi il senso di tale tecnicismo e in fretta si dimenticano. Gli esodati sono carne viva, sono famiglie, sono figli costretti ad andare a lavorare per mantenere i propri genitori. Ed è la storia di Andrea e Anna. Il primo è padre, la seconda è sua figlia. Lucia, madre di Anna, da sempre è casalinga.
“Fino a qualche anno fa – racconta Anna – non avevamo grandi problemi economici. Lo stipendio di mio padre bastava per mantenere i miei studi fuorisede e mandare avanti la casa, in un paese della Puglia la vita per fortuna non costa molto. Per non pesare troppo sulle tasche dei miei genitori, anche io ho sempre lavorato ma la situazione in generale non era drammatica. I problemi – spiega Anna – sono sorti nell’estate del 2011, quando ancora Monti non era al governo: mio padre è stato messo in prepensionamento e sapeva che sarebbe finito tra gli esodati ma gli era stato detto che sarebbe rimasto senza pensione solo per un anno. Con la buonauscita aveva calcolato di farcela”.
Anna, nel frattempo, vince una borsa per un tirocinio all’estero e parte, le brutte notizie ancora non erano arrivate. Pochi mesi dopo, però, si scopre che la buonauscita non corrisponde a quanto la famiglia si aspettava e soprattutto arriva l’effetto Fornero: “dopo una vita di lavoro e di contributi versati allo Stato – spiega con gli occhi lucidi Anna – ad oggi mio padre non sa quando potrà ricevere una pensione. E i risparmi a casa si stanno assottigliando sempre di più. A breve – racconta – tornerò in Italia: non mi interessa più lavorare nell’ambito per cui ho studiato, devo trovare i soldi per mantenere me e la mia famiglia. La laurea è quasi inutile e se mi proponessero un lavoro manuale per cui non serve un titolo di studio, accetterei senza troppi problemi. Quando tornerò in Italia vedrò come organizzarmi”.
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Cara Anna, ti consiglierei di inviare il tuo curriculum a qualche fondazione bancaria e farti finanziare qualche progetto di ricerca, sembra che in italia e soprattutto per la ministra sia questo il modo di trovare lavoro…un bacio e tanti auguri
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