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Diritto di critica | November 24, 2024

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Da Vendola a Casini, quest'alleanza mi ricorda qualcosa

Da Vendola a Casini, quest’alleanza mi ricorda qualcosa

Vendola svela le sue carte. E l’alleanza con il Pd appare oramai irrinunciabile. Prima si è sfilato dall’idea di una coalizione di sinistra con Di Pietro e Grillo (quest’ultimo ha smentito che il M5S possa “imparentarsi” alle prossime elezioni), poi dichiara: “È il momento di candidarsi alle primarie della coalizione di centro-sinistra”. Peccato solo che la base si sia spaccata.

Vendola, l’anti-populista che sceglie il Pd. La scelta di mollare Di Pietro – sempre più critico nei confronti del governo e di “questa strana maggioranza” – non è piaciuta ai suoi sostenitori sul web. “Da te non me l’aspettavo”, scrive un giovane sostenitore su una delle pagine Facebook dedicate al governatore della Puglia. Ma sono centinaia i commenti critici nei confronti di una scelta che, agli analisti politici, appare scontata. Vendola ci tiene a distinguersi da Grillo e da chi vuole imitarlo, come Di Pietro. Lo aveva definito “un inquietante esempio di populismo, un nemico”. E in questo è stato certamente coerente. Ma cosa ci fa l’uomo che fa “sognare” i progressisti con discorsi poeticamente ermetici (leggasi incomprensibili ai più) con i democristiani di Casini & co.? “Vendola, ma lei vuole superare il liberismo e difendere i diritti civili con Casini?”, gli chiede ironicamente un suo (ex?) sostenitore.

Rischio accozzaglia. Dopo l’annuncio il governatore della Puglia fa un passo indietro, anzi, un giro di valzer. E con una piroetta dice: “Non ci alleiamo con Casini, ma non dobbiamo essere dogmatici”. Insomma, un escamotage imparato da Bersani e da Alfano che chiamano la loro alleanza “una strana maggioranza”. E così il centro-sinistra – che è dato sicuramente vincente alle prossime elezioni – si potrebbe ritrovare nuovamente con “una strana maggioranza”, in cui la faccia di Alfano potrebbe essere sostituita da quella di Vendola, ma con risultati forse anche più disastrosi. Ma non per colpa di Vendola, sia chiaro. Piuttosto perché non è possibile mettere insieme “mele” con “pere”. L’Unione ne è stato il più scottante esempio per la sinistra. “Le alleanze si fanno sui programmi”, spiega Nichi. È vero. Ma l’Unione aveva un programma enorme e ben articolato. Sappiamo bene come è finita. E l’Italia, di valzer non può permetterseli. Serve una maggioranza coesa che abbia come primo obiettivo quello economico. Equità, crescita e riduzione del deficit. Tutto il resto può attendere.

Twitter: @PaoloRibichini

Comments

  1. Carolus

    Ci aspettano momenti divertenti e tragici insieme rappresentati da individui che in comune hanno soltanto l’odio verso Berlusconi.
    Come è possibile immaginare Vendola e Casini a braccetto ? Il primo ha un solo grande obiettivo politico: i matrimoni tra gay, il resto, come i bilanci della pubblica amministrazione non gli interessano e si vede da come amministra i pugliesi. Il secondo, continua a scaricare su Monti ogni responsabilità, fingendo di appoggiarlo perchè lui non saprebbe da che parte cominciare.
    Aggiungiamo i catto-comunisti del PD, i giustizialisti dell’IDV e abbiamo il centro sinistra.
    Cioè il vuoto assoluto.

  2. gianer

    L’ideologia dell’incoerenza…..e le cazzate diventano rivoluzione senza il rischio di sbagliarsi. complimenti al nostro “statista”

  3. giordano

    vendola coerente? si è visto in puglia come e stato coerente.. o quando veniva a farsi intervistare sul blog di grillo perchè aveva bisogno dei voti per farsi eleggere… ipocrita