Da Mogol a Lando Buzzanca, tutti gli uomini di Alemanno
Cosa hanno in comune il paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol, i mostri sacri del cinema e della drammaturgia italiana Pupi Avati, Alberto Bevilaqua e Giorgo Albertazzi, e il presidente della comunità cinese in Italia Yin Yonghai? A quanto pare l’amore per Roma e la voglia di vedere Gianni Alemanno inquilino del Campidoglio per un’altra consiliatura. Un’operazione strategica per puntellare una poltrona scricchiolante o un movimento intellettuale in grado di “rompere equilibri incrostati” e svegliare Roma dal torpore? Quali siano le reali motivazioni che hanno spinto la nascita della lista civica “Rete attiva per Roma” è ancora troppo presto per saperlo. Di fatto c’è che Alemanno rilancia le sue legittime aspirazioni ad amministrare la capitale per altri cinque anni, gettando il guanto di sfida a quello che sarà il suo più probabile sfidante Nicola Zingaretti, attuale Presidente della Provincia di Roma.
Clima da campagna elettorale. Gianni Alemanno parla già da sindaco rieletto e dalla terrazza del Pincio, nella serata che ho tolto i veli alla macchina da fuoco che lo sosterrà alle prossime elezioni, fissa già gli obiettivi e i nodi da risolvere. Dai Campi nomadi da chiudere al problema dei reperti trovati durante gli scavi della metro C a piazza Venezia a cui non si riesce ancora a trovare un destino e costano ogni mese ai cittadini 17 mila euro. E poi la questione Acea dove una sentenza del Consiglio di Stato ha impedito che Roma avesse 200 milioni di euro di investimenti. Ma il 2013 è dietro l’angolo e Alemanno lancia già uno sguardo verso Nicola Zingaretti, cui contenderà la poltrona del Campidoglio con la benedizione del Pdl nazionale.
Contro l’anti-politica. L’Alemanno rampante del terrazzo del Pincio parte a spron battuto scagliandosi contro l’antipolitica ribadendo la necessita di «una nuova politica», non in conflitto con i partiti, ma più vicina ai cittadini e «per rompere equilibri troppo incrostati, vere e proprie lobby di potere». Per questo ha accolto con favore, e molto stupore, lo stuolo di volontari, illustri e inaspettati, che hanno dato vita alla lista civica «Rete attiva per Roma». Lista che, come nei proclami di Alemanno va contro le lobby di potere e coagula, tra gli altri, il vicepresente dell’ordine medici Roma Alfredo Cuffari il presidente della Fiera di Roma Mauro Mannocchi, Giuseppe Roscioli presidente Confcommercio Roma, Gerardo Longobardi presidente ordine commercialisti Roma-Lazio.
Tra il serio e il faceto. Ma il trend del momento è spingere nella recluta degli intellettuali della società civile e Alemanno, anche se non è una cima in meteorologia, di strategia politica ne capisce abbondantemente. E a guardare «Rete attiva per Roma» le sorprese non mancano: da Mogol al sociologo e giornalista Francesco Alberoni; da Alberto Bevilacqua a Giorgio Albertazzi, passando per il regista Pupi Avati e il documentarista Folco Quilici. Ma siccome anche il popolo vuole la sua parte ecco la naturale adesione di Lando Buzzanca, che i maligni già vedrebbero nei panni del Dario Fo del Campidoglio. E poiché a Roma bisogna restare in buoni rapporti con i cinesi, trova una sua logica lo strano apparentamento con Yin Yonghai, presidente della comunità cinese in Italia. Tra i testimonial del listone figurano tra gli altri Fulco Maurizio Valeriani, notissimo chirurgo plastico; i tuffatori Nicola e Maria Marconi; lo stilista David Mayer; Alberto Terranova, stilista della maison Sarli; la cantante lirica Alma Manera; Roberto Wirth, presidente dell’associazione Piazza di Spagna, presidente e general director dell’hotel Hassler a Trinità dei Monti.