Tanto vale non commemorare - Diritto di critica
Siamo il Paese delle commemorazioni. Dei decennali. Dei ventennali. Dei trentennali. Tutti (o quasi) senza verità. Almeno per quel che riguarda le grandi stragi che molti – non a caso – chiamano “di Stato”. E la definizione è quanto mai giusta poiché gli apparati non hanno direttamente ucciso, in molti casi hanno coperto, deviato, viziato le indagini. E gli strumenti sono sempre gli stessi. Da trent’anni. Segreto di Stato, falsi pentiti, il valzer delle perizie (per cui diventa valido tutto e il suo contrario), tempi biblici per celebrare i processi.
Dalla strage di via D’Amelio, a quella di Capaci, fino ad arrivare a Ustica e alle uccisioni del terrorismo, passando per vicende di cui sempre meno spesso si parla, come l’omicidio di Graziella De Palo e Italo Toni. Ognuna si commemora e per ognuna si chiede una verità che però non arriva mai. E così anche quest’anno – a vent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio – si tornerà a ribadire la necessità di far luce sui veri mandanti, si depositeranno corone, si innalzeranno propositi al cielo. Ma nessuno potrà portare sull’altare della memoria, la verità per quei morti. E anzi, da qualche parte chi davvero conosce come sono andate le cose, tirerà un sospiro di sollievo, consapevole che il ventennale con la sua solennità è ormai alle spalle e che per tornare ad avere una simile attenzione mediatica dovranno passare almeno altri dieci anni. Di commemorazioni, di richieste, di silenzi e polemiche.
Ovviamente ci si augura che la verità emerga domani, al più tardi la settimana prossima o entro la fine dell’anno. Ma se così non fosse, allora tanto vale non commemorare. Smettere di prendersi gioco della memoria, delle lacrime e del dolore dei parenti delle vittime e scegliere di portare corone e fiori solo quando sarà stata accertata la verità. Perché le commemorazioni e le preghiere sono la miglior scusa per lasciare tutto com’è: avvengono una volta all’anno e lavano la coscienza. Almeno per un po’. Fino alla prossima celebrazione.
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Magistrale editoriale. Ma il valore della Memoria resta intatto. La Storia prima o poi verrà scritta. Anche quella di questa povera Patria cantata da Franco Battiato. E anche se oggi, 19 luglio, in pena estate, mente ho nel cuore, insieme a mia sorella Graziella De Palo e Italo Toni, soprattutto Paolo Borsellino, sembra che l’invocata primavera tardi davvero troppo ad arrivare…
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ieri decantavano sul palco di palermo il nuovo eroe Ingroia… oggi ha mollato!… e noi?
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