Tornare a Forza Italia? A Berlusconi conviene
Forse non è solo un problema di marketing elettorale. Dietro a tutto ci sono ben 177 milioni di euro in ballo. Così, la proposta di tornare a Forza Italia nasconderebbe – con ogni probabilità – una questione prettamente economia.
Forza Italia esiste ancora (e ha tanti debiti). Questi 177 milioni di euro sono – secondo Franco Bechis di Libero – di proprietà, guarda caso, di Silvio Berlusconi. Tanti soldi che il Cav ha “investito” come fidejussioni personali per garantire Forza Italia di fronte alle banche e ai vari creditori. Un marchio di garanzia che però ora l’ex premier rischia di mandare in fumo. Il motivo riguarda i rimborsi elettorali. Forza Italia è un partito che esiste ancora. Non solo il logo e il nome. Bensì, come nel caso della Margherita, il partito ha continuato ad esistere come organizzazione. Tuttavia, l’ultimo rimborso elettorale sul quale Forza Italia può contare risale a quello del voto del 2006.
Addio rimborsi. Nel bilancio 2011, scrive Bechis, c’è un’entrata straordinaria da 4,6 milioni di euro e un credito di ben 21,6 milioni nei confronti del Pdl. Un trasferimento non ancora avvenuto per i servizi che Forza Italia ha offerto al nuovo partito di Silvio. Un credito che rischia di divenire virtuale in quanto il Pdl dovrà versare circa 20 milioni di euro (il 75% a carico di Forza Italia) ad un istituto bancario nel caso in cui il Parlamento dovesse approvare il taglio dei rimborsi elettorali che andrebbe ad incidere sull’ultima rata relativa al voto del 2008. La banca, infatti, avrebbe ricevuto il diritto di riscossione dell’ultima rata del rimborso, in cambio di un anticipo.
Una spartizione non solo elettorale. Forza Italia e An, nato il nuovo partito, si erano spartiti non solo i seggi ma anche gli oneri economici: 75% alla vecchia macchina di Berlusconi, 25% al partito di Gianfranco Fini. Al tempo Forza Italia ebbe alcuni importanti vantaggi vista la situazione debitoria. Ma oggi la situazione del partito azzurro si è ulteriormente aggravata e Forza Italia rischia il crack. Nel 2011 i debiti ammontavano a 61 milioni di euro, gran parte nei confronti delle banche. Nel 2012 è previsto un ulteriore “disavanzo di esercizio”. Così ora è a rischio gran parte di quel tesoretto di garanzia messo a disposizione da Berlusconi. Ben 177 milioni di euro, non esattamente spiccioli, anche per il Cav, in tempi di crisi. Meglio far resuscitare il partito e riprendersi qualche rimborso elettorale.