Olimpiadi, la ‘‘Silicon Valley made in England” che minaccia le aziende britanniche
Il sogno del premier britannico David Cameron sulla “nuova Silicon Valley” londinese vedrebbe il “riutilizzo” del “Media Center olimpico” per favorire nuovi progetti aziendali. Ma un studio, sulla crescita degli investimenti in città, mette in guardia sui rischi derivanti da una veloce industrializzazione della “Silicon Roundabout”, un nuovo polo tecnologico sorto presso Old Street, nella zona est della capitale. “Tech City” è un complesso nuovo di zecca, composto da circa 3200 imprese con 48mila occupati, un aumento significativo rispetto alle 15 del 2008. Il numero complessivo, però, potrebbe essere ancora superiore, visto che vengono prese in considerazione solo quelle aziende con un fatturato annuo superiore ai 95mila euro.
Gli esperti ammoniscono che gli investimenti indirizzati sulle aziende straniere potrebbero ridurre il valore delle imprese all’interno del Regno Unito. I politici, dal canto loro, fanno di tutto per ottenere risorse mirate, in particolare sulle telecomunicazioni per le attuali e future aziende. La mancanza di chiarezza nella politica della Silicon Valley inglese potrebbe essere dannosa, soprattutto per il futuro. Tra gli investitori illustri c’è l’azienda “TweetDeck”, creata da Ian Dodsworth e, poi, acquisita da Twitter per 25 milioni di sterline nel maggio del 2011. Last.fm, acquistato dalla rete americana CBS, Moshi Monsters, Moo.com, SoundCloud e Songkick. Alla fiera di “Milkroundabout Silicon” del maggio scorso, circa 100 aziende hanno offerto quasi mille posti di lavoro.
Nel novembre del 2010, il premier Cameron raccontò di aver avuto una “visione hi-tech” della nuova Silicon Valley, “capace di unire insieme la creatività e l’energia di Shoreditch e le incredibili possibilità del Parco Olimpico, per rendere Londra est uno dei più grandi centri tecnologici del mondo”. Un riciclaggio dei siti creati per le Olimpiadi, a 5 chilometri da Old Street. Gli imprenditori non erano sembrati entusiasti all’idea già nel 2010 e, venti mesi dopo, le perplessità sono rimaste. Nello studio, che ha raccolto anche pareri di imprenditori, si evince come il Parco Olimpico sia percepito come “distante, inaccessibile e senza evidenti connessioni alla zona est di Londra”.
Alcune imprese temono che il decentramento possa allontanare i clienti o i potenziali clienti. C’è chi critica le aziende per la mancanza di una visione globale, anche se non è facile vincere la concorrenza di Stati Uniti e Cina. Le preoccupazioni che affliggono le aziende riguardano la difficoltà di ottenere visti per lavoratori stranieri fuori dall’Unione Europea; la complessità nell’ottenere appalti dal governo; la mancanza di collaborazione con le banche nel settore digitale (comprese compagnie telefoniche, fornitrici di servizi internet) e la ricerca di personale specializzato.