Tirocini Mae-Crui, adesso i vincitori possono partire. Gratis, ovviamente - Diritto di critica
I 555 giovani selezionati per il secondo bando 2012 del tirocinio Mae-Crui possono tirare un sospiro di sollievo: dopo 8 giorni di sospensione, per lo più immotivata, ieri la Farnesina, in accordo con il Ministero del Lavoro, ha annunciato in un comunicato che “le disposizioni di cui all’art.1, commi 34 e 35, della legge n. 92/2012, non sono di immediata applicazione e fissano alcuni obiettivi di principio che troveranno piena applicazione solo in seguito all’adozione in sede di Conferenza Stato-Regioni di linee-guida (le quali dovranno essere adottate entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di riforma del mercato del lavoro).
Nei giorni scorsi la decisione del Ministero degli Esteri di sospendere i tirocini (le cui spese sono, ricordiamo, totalmente a carico dello studente) aveva suscitato reazioni immediate da parte dei vincitori che si erano affrettati a scrivere mail al Ministero e lettere aperte ai giornali, e al Presidente della Repubblica, chiedendo spiegazioni. In effetti, sospendere un bando per cui erano stati già contattati i vincitori era sembrata una grande scorrettezza: a questo punto, se davvero il tirocinio Mae-Crui non fosse potuto partire per questioni legislative, era meglio non indirlo proprio, il bando.
E alla fine è arrivato il via libera: il tirocinio gratuito può partire. D’altronde al momento non c’è nessuna legge che imponga un rimborso spese e, come viene specificato nel bando, il Mae-Crui non ha mai previsto alcun tipo di rimborso. Ma come sottolinea Marco Mancini, Presidente della Crui e della Fondazione CRUI, “si spera che nelle linee guida che dovranno essere prodotte nei prossimi mesi si tenga conto, una volta per tutte e in maniera definitiva, della differenza esistente fra i tirocini formativi offerti dalle Università in collaborazione con la PA e tutti gli altri”. Come a dire che il Mae-Crui debba avere un trattamento di favore solo perché riguarda la PA e quindi il Ministero, e quindi lo Stato: ma se si introduce una nuova normativa, come quella prevista nella riforma del mercato del Lavoro, secondo cui tutti gli stage devono essere retribuiti, non si dovrebbe pretendere che soprattutto quelli statali lo siano? Non si dovrebbe pretendere che “il buon esempio” per le imprese e i privati giunga proprio dallo Stato?