Gay Pride, a Roma l'orgoglio omosex
Centocinquantamila. Questa la stima degli organizzatori del Gay Pride di Roma 2012 sul numero dei partecipanti effettivi che ha sfilato secondo l’ormai tradizionale percorso da piazza della Repubblica, scendendo per tutta via Cavour fino ai Fori imperiali, al Colosseo e al Circo Massimo, fino a piazza Bocca della Verità.
Non c’è un Gay Pride uguale all’altro e non ce n’è uno diverso dall’altro, nel senso che gli ingredienti sono sempre gli stessi, ma la scintillante inventiva del movimento attraversato da un insaziabile vitalismo sessuale è sempre nuova ed effervescente.
Il movimento e il Vaticano si fronteggiano aspramente da decenni, e Giovanni Paolo II considerò un oltraggio alla sacralità di Roma il famoso Gay Pride del 2000, l’anno del Giubileo. Ma evidentemente nel giorno dell’orgogliosa e gaia invasione della città i “nemici” ricorrono alla prudenza evitando lo scontro aperto e battono in ritirata o si nascondono. Solo “Militia Christi” ha fronteggiato i gay a viso aperto, tappezzando i muri con manifesti con la fotografia appunto di Papa Wojtyla inquadrata da due slogan in rosso: “No a Roma Capitale dell’orgoglio omosessuale” e “No al Gay Pride”, manifesti che il Comune ha fatto tempestivamente rimuovere prima della partenza del corteo. “Aspettiamo il carro del Vaticano e partiamo” gridavano beffardamente da un carro ancora fermo in via Enrico De Nicola poco prima delle 17.
Sì, perché oggi le strade e le piazze del succitato percorso o erano spettrali e vuote come Santa Maria Maggiore o erano loro, invase da gay e da chi li accetta, li ama e li applaude dalle finestre.
Lo slogan di quest’anno, riportato sull’autobus rosso degli organizzatori era “Vogliamo tutto”, dove per tutto si intendono unioni civili e matrimonio, adozioni, e così via, tutto in blocco e senza discussioni. Nella realtà è ben noto che gli omosessuali italiani non sono particolarmente sensibili né al tema del matrimonio alla spagnola, che in molti consideriamo grottesco, né a quello delle adozioni, perché hanno ben presenti, oltre a quelli della minoranza gay, i diritti inalienabili dei bambini a non essere strumentalizzati e ad avere un papà maschio e una mamma femmina.
Ma oggi a nessuno va di discutere, per i gay conta esserci con tutto lo spessore della loro differenza e la fierezza di non doversi più nascondere.
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“i diritti inalienabili dei bambini a non essere strumentalizzati e ad avere un papà maschio e una mamma femmina”
Infatti tutti gli studi più recenti mostrano che non influenza in nessun modo negativo lo sviluppo dei fanciulli l’avere due genitori dello stesso sesso…
E sul resto stendo un velo pietoso…
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