Quelle "pazze idee" del Cav che fanno infuriare Alfano
Rivoluzione. È questa la parola d’ordine che sta passando nella testa di Silvio Berlusconi in questi ultimi giorni. Cambiare tutto, perché nulla cambi. Ma forse è già troppo tardi. Tuttavia, il Cavaliere, si sa, non è persona arrendevole. Può perdere alcune battaglie, ma è lui che, alla fine, deve vincere la guerra. Per questo analizza e studia chi oggi ha più carisma di lui: Beppe Grillo. Guarda con attenzione i suoi comizi e il suo programma. Ma non basta. Ora anche il partito deve cambiare. Anzi, deve essere stravolto. Con alcune “pazze idee”.
“Maledetta Europa”. “Lasciare l’euro non è una bestemmia”, così il Cav commentava ieri la situazione economica italiana. Si riscopre anti-euro come negli anni Novanta. Che Berlusconi creda veramente a quello che dice è un problema del tutto marginale. Piuttosto sa che in questo momento scaricare sull’Europa e sul governo “imposto da Bruxelles” tutte le colpe di una situazione economico-finanziaria che ha radici lontane e di cui è uno dei principali artefici, paga in termini elettorali. “Se lo fa Grillo, non vedo perché non posso farlo io”, ha confidato qualche giorno fa ai suoi collaboratori.
Una convention anti-Monti. Poi c’è la “pazza idea” di preparare un convegno al quale invitare premi Nobel ed economisti per affrontare la questione economica italiana, come rivela Libero. Non potendo colpire Monti di fronte, prova ad accoltellarlo di spalle. Infatti, il Cav pensa di organizzare, a metà luglio, una kermesse internazionale dei massimi esperti mondiali a Villa Gernetto, vicino Monza, che sarebbe dovuta divenire la sede dell’Università del pensiero liberale. Ad occuparsi dell’organizzazione l’economista ed ex ministro della Difesa Antonio Martino. L’idea è quella di contrapporre mediaticamente le proposte del governo con le idee e le valutazioni di “tecnici” di fama mondiale.
Berlusconi-Alfano, è scontro. Ma il nuovo attivismo del Cavaliere non piace ad Angelino Alfano, che forse si era illuso di essersi finalmente liberato del “padre padrone”. Berlusconi sogna anche di aprirsi alla società civile e di creare una costellazione di liste civiche. Aspetti che contrastano con le idee di Alfano che vorrebbe finalmente trasformare il Pdl – o come si chiamerà – in un partito strutturato sul modello del Pd, con primarie, rinnovo generazionale e un allargamento ai moderati dell’alleanza elettorale. Così il partito, al di là delle correnti, si sta polarizzando intorno alle due figure: i rivoluzionari berlusconiani e i “costituzionali” dell’oramai ex delfino Alfano. Una lotta che potrebbe non avere vincitori. Solo sconfitti.
Twitter: @PaoloRibichini
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io sono pro Silvio!!!
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