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Diritto di critica | November 15, 2024

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Italia, il tabacco che rende

Italia, il tabacco che rende

Italia: paese di pasta, pizza e musica. E tabacco, soprattutto negli ultimi dieci anni: dal 2000 al 2011 infatti le entrate statali derivanti dal tabacco nel nostro Paese sono cresciute dal 58%, arrivando a garantire più di 14 miliardi di euro solo nel 2011 tra gettito Iva e accise. Ad evidenziarlo è stata la seconda edizione del forum “La regolamentazione del settore del tabacco, quale futuro per la filiera?” tenutosi ieri a Roma, un tavolo di confronto organizzato da “The European House – Ambrosetti” con il sopporto di Unindustria, Fit- Federazione Italiana Tabaccai, Coldiretti e Logista.

I dati italiani. I dati emersi dal forum sono contrastanti. Da un lato, infatti, la passione italiana per le sigarette è evidente dalle cifre che ne rappresentano il volume d’affari: nel 2011, le sigarette hanno garantito allo Stato il 97,4% del gettito Iva e il 98,5% di quello delle accise sul tabacco, mentre il 60% degli introiti delle tabaccherie italiane (ce ne sono circa 56 mila) deriva proprio dalla vendita di sigarette e affini. Nel solo 2011, secondo i dati forniti, il volume d’affari relativo ai prodotti del tabacco nel nostro Paese sarebbe inoltre stato pari a 19 miliardi di euro (in crescita rispetto all’anno precedente anche a causa dell’aumento dell’imposizione fiscale).

Difficoltà e normativa europea. Dall’altro, tuttavia, emerge il quadro di una filiera difficile da potenziare e costretta come molti altri settori a fronteggiare una crisi che pare non lasciare scampo. In Italia – primo produttore europeo di tabacco in foglia – dal 2000 al 2011 sono stati persi circa 10.816 ettari di superficie agricola coltivata, con la conseguente cassazione dell’attività per  oltre 24.200 produttori (-81,58%) sparsi tra Toscana, Puglia, Campania, Umbria e Veneto: una situazione sulla quale rischierebbero di pesare anche le proposte di revisione alla direttiva europea prodotti tabacco (2001/37/CE) attualmente al vaglio della Commissione Europea (la revisione dovrebbe concludersi nel 2014), come l’introduzione del pacchetto generico o immagini shock sulla confezione, oppure il divieto di utilizzare determinati ingredienti nella lavorazione del tabacco. Quest’ultima proposta, in particolare, metterebbe a dura prova la produzione e la commercializzazione della varietà di tabacco Burley (che si concentra al 93% in Campania) e di conseguenza il 50% circa delle aziende tabacchicole italiane e 7.000 ettari coltivati ad essa legati. Secondo il Forum, inoltre, l’introduzione del pacchetto di sigarette generico o l’utilizzo di immagini shock di grandi dimensioni sulla confezione porterebbe ad una standardizzazione del prodotto, con un conseguente abbassamento del prezzo e un impatto economico negativo significativo, tanto per le rivendite quanto per l’Erario e la filiera.

Contrabbando. In aumento nel nostro Paese rispetto agli anni precedenti è anche il dato relativo alle sigarette contraffate e contrabbandate, cioè il 3,4% del totale (pari a circa 3 miliardi di sigarette). Secondo i dati presentati la Forum, contrabbando e contraffazione solo nel 2010 avrebbero arrecato un danno alla filiera italiana del tabacco di oltre 650 milioni di euro, di cui 485 milioni sottratti all’Erario pubblico.


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