Mubarak in fin di vita, l'Egitto ancora senza guida
- Redazione+
- 11 Giugno 2012 Aggiungi questo articolo al tuo Magazine su Flipboard
di Giovanni Giacalone
Hosni Mubarak è in coma e i medici sarebbero dovuti ricorrere più volte al defibrillatore; la comunicazione arriva dal portavoce del Ministero dell’Interno egiziano. Da diversi giorni ormai circolavano voci contrastanti sulla sorte dell’ex Rais, alcune delle quali ne affermavano addirittura il decesso.
Ottantaquattrenne, da tempo malato e costantemente soggetto a crisi respiratorie, Mubarak avrebbe avuto una crisi cardiaca in seguito alla lettura del verdetto presso il tribunale del Cairo che lo ha riconosciuto colpevole della morte di 850 manifestanti e condannato all’ergastolo.
Secondo l’agenzia di stampa egiziana Mena, la moglie dell’ex rais e le nuore avrebbero ottenuto l’autorizzazione ad entrare nel carcere di Tora per poter stargli accanto in quelle che potrebbero essere le sue ultime ore di vita. Nulla si sa invece dei due figli, Alaa e Gamal, anche loro detenuti nello stesso carcere ed ai quali il tribunale ha stabilito il non luogo a procedere per le accuse di corruzione e abuso di potere. Assolti anche sei assistenti dell’ex ministro dell’interno Haimb El Adly.
In seguito alla lettura del verdetto, migliaia di manifestanti si sono riuniti in piazza Tahrir per protestare contro le assoluzioni. Gli avvocati di Mubarak hanno nel frattempo presentato una richiesta di rilascio per motivi di salute e secondo alcune fonti l’ex rais potrebbe essere trasferito nelle prossime ore presso una struttura sanitaria fuori dal carcere, ma le tempistiche non sono ancora chiare anche a causa del timore da parte delle autorità di scatenare ulteriori proteste che andrebbero ad aggiungersi a quelle legate alle assoluzioni che rischiano oltretutto di influenzare il risultato elettorale di metà giugno, favorendo il candidato dei Fratelli Musulmani Mohammad Mursi, a discapito dell’ex uomo di regime Ahmed Shafiq.
Molti egiziani hanno la sensazione di non essersi ancora liberati dai sinistri meccanismi del vecchio regime ed affermano di essere pronti a portare avanti la rivoluzione fino alla vittoria, ma è possibile liberarsi facilmente e completamente da mezzo secolo di regime militare in un così breve periodo? Le elezioni sono senza ombra di dubbio un grande passo avanti, oltre al fatto che si tratta della prima volta che nel mondo arabo un capo assoluto viene processato e condannato da un tribunale regolare; ma quand’è che il popolo egiziano potrà veramente affermare di aver vinto?
Ottantaquattrenne, da tempo malato e costantemente soggetto a crisi respiratorie, Mubarak avrebbe avuto una crisi cardiaca in seguito alla lettura del verdetto presso il tribunale del Cairo che lo ha riconosciuto colpevole della morte di 850 manifestanti e condannato all’ergastolo.
Secondo l’agenzia di stampa egiziana Mena, la moglie dell’ex rais e le nuore avrebbero ottenuto l’autorizzazione ad entrare nel carcere di Tora per poter stargli accanto in quelle che potrebbero essere le sue ultime ore di vita. Nulla si sa invece dei due figli, Alaa e Gamal, anche loro detenuti nello stesso carcere ed ai quali il tribunale ha stabilito il non luogo a procedere per le accuse di corruzione e abuso di potere. Assolti anche sei assistenti dell’ex ministro dell’interno Haimb El Adly.
In seguito alla lettura del verdetto, migliaia di manifestanti si sono riuniti in piazza Tahrir per protestare contro le assoluzioni. Gli avvocati di Mubarak hanno nel frattempo presentato una richiesta di rilascio per motivi di salute e secondo alcune fonti l’ex rais potrebbe essere trasferito nelle prossime ore presso una struttura sanitaria fuori dal carcere, ma le tempistiche non sono ancora chiare anche a causa del timore da parte delle autorità di scatenare ulteriori proteste che andrebbero ad aggiungersi a quelle legate alle assoluzioni che rischiano oltretutto di influenzare il risultato elettorale di metà giugno, favorendo il candidato dei Fratelli Musulmani Mohammad Mursi, a discapito dell’ex uomo di regime Ahmed Shafiq.
Molti egiziani hanno la sensazione di non essersi ancora liberati dai sinistri meccanismi del vecchio regime ed affermano di essere pronti a portare avanti la rivoluzione fino alla vittoria, ma è possibile liberarsi facilmente e completamente da mezzo secolo di regime militare in un così breve periodo? Le elezioni sono senza ombra di dubbio un grande passo avanti, oltre al fatto che si tratta della prima volta che nel mondo arabo un capo assoluto viene processato e condannato da un tribunale regolare; ma quand’è che il popolo egiziano potrà veramente affermare di aver vinto?
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