L'Italia acceleri l'iter contro la violenza sulle donne - Diritto di critica
Quasi sette milioni: numeri che dovrebbero far riflettere su cosa significhino veramente in Italia le parole “violenza sulle donne”. Perché sono questi i numeri che raccontano, con la freddezza lucida della matematica, una delle piaghe sociali del nostro Paese: piaga che ritorna di tanto in tanto alla ribalta soltanto grazie a drammatici episodi di cronaca. Ed è proprio in questa direzione che si è mossa la commissione Affari sociali della Camera: mercoledì ha infatti approvato all’unanimità una risoluzione a firma di Delia Murer (Pd) per chiedere al governo di accelerare l’iter per l’adesione dell’Italia alla Convenzione del Consiglio d’Europa del 2011 sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne.
I numeri in mano alla Commissione risalgono al 2006 – anno dell’ultima indagine Istat al riguardo – e c’è quindi il rischio che in realtà negli ultimi anni siano cresciuti: essi vanno inoltre ad allinearsi al dato europeo, secondo cui tra il 20% e il 25% delle donne in Europa soffre o ha sofferto di violenza fisica o sessuale nel corso della sua vita. «Quello della violenza sulle donne – ricorda Murer – è un fenomeno che colpisce quasi sette milioni di donne nel nostro Paese. E’ una violenza di genere riconosciuta oggi dalla comunità internazionale come una violenza fondamentale contro i diritti umani. Questo è un principio irrinunciabile che tutti devono rispettare, compresi i cittadini provenienti da altre culture». La stessa consapevolezza che, a maggio dello scorso anno, aveva mosso i ministri di 47 Stati europei e non e portato alla stesura di un’apposita Convenzione, primo strumento giuridicamente vincolante completo per combattere il fenomeno e tentare di sradicarlo alla radice con prevenzione, protezione, supporto alle vittime e azione giudiziaria.
La risoluzione approvata in Commissione vuole quindi ricordare al Governo quanto il tema della violenza di genere continui a rimanere prioritario anche nel nostro Paese e a richiedere un piano di intervento veloce e mirato. Non solo: fondamentale sarebbe anche da parte del Governo il ripristino della dotazione del fondo contro la violenza alle donne, istituito con la legge finanziaria per il 2008 e finalizzato alla prevenzione e sensibilizzazione nei confronti di questo tragico fenomeno e al sostegno dei centri antiviolenza e delle case-rifugio. Tra le proposte concrete presentate nella risoluzione, inoltre, c’è anche quella di valutare in sede di conferenza Stato-Regioni la possibilità di estendere l’utilizzo dei codici rosa – già operativi in alcune Asl – nei pronti soccorsi.
«Bisogna dare piena attuazione al Piano nazionale antiviolenza – ha spiegato ancora Murer – tramite un approccio che non si limiti al solo aspetto repressivo, ma che investa su una rete integrata di politiche fondate sulla prevenzione, la protezione, la rieducazione, l’inquadramento giuridico e il potenziamento dei centri antiviolenza e della loro capillare presenza sul territorio, in particolare dopo i pesanti tagli che hanno subito recentemente».