Euro 2012, per la Spagna la vittoria sarà esentasse - Diritto di critica
In attesa della gara d’apertura degli Europei di calcio, dove affronterà l’Italia, la Spagna si allena isolata nella campagna polacca e fa i conti con le pressioni che arrivano da ogni parte. Prima fra tutte quella di essere la grande favorita del torneo, ingolosita dal mitico “triplete” (Europei-Mondiali-Europei uno dietro l’altro), e alla quale il primo ministro Mariano Rajoy ha chiesto di vincere per risollevare il morale di una nazione nella morsa della crisi.
Ma al di là del prestigio dell’eventuale terza vittoria di fila, è notizia recente che il team non contribuirà minimamente ad aiutare lo Stato in termini economici: grazie ad accordi bilaterali tra Spagna, Polonia ed Ucraina, infatti, si parla di attivare una sorta di “condono fiscale” per i 23 giocatori, che in caso di vincita percepiranno un premio di 300 mila euro ciascuno. Con la riforma “lacrime e sangue” finirebbe in tasse oltre il 50 per cento del compenso (circa 156 mila euro), moltiplicato per 23 indubbiamente un bel gruzzolo per le sfinite casse statali. Invece, emettendo il denaro nei due Paesi dell’Est europeo, si potrà incassare la somma esentasse. Va bene idolatrare la “Roja” ed esaltare il tifo patriottico, ma sta di fatto che a Madrid la gente adesso comincia a criticare lo status privilegiato degli undici del ct Del Bosque, e quest’ultima trovata per aggirare le imposte ha fatto scricchiolare l’immagine della squadra. E pensare che secondo un recente sondaggio locale gli spagnoli erano disposti a sborsare fino a 170 euro per veder vincere la loro Nazionale. Agli Europei 2012 solo la Francia avrà un premio più alto in caso di vincita (320 mila euro), dietro le “Furie rosse” troviamo invece l’Italia (180 mila euro ad ogni convocato), la Germania (110 mila), l’Inghilterra (100 mila).
In terra iberica la Federazione calcistica (denominata Reale Federazione Spagnola) non ha mai badato molto a spese: nel 2010, anno dei trionfali Mondiali in Sudafrica ma a crisi economica già esplosa, i giocatori hanno ricevuto un premio da 600 mila euro a testa, la cifra più alta promessa tra le 32 Nazionali in gioco (seguivano l’Argentina, con 520 mila euro, e l’Inghilterra, 470 mila), per un totale di 13,8 milioni di euro.
Già allora scoppiarono le polemiche, ma ora i nervi della Spagna sono ancora più tesi, il futuro è incerto, e mostrare una squadra di calcio che paga le tasse, su un compenso che poco cambia la già fortunata condizione economica dei giocatori, sarebbe stata la mossa più giusta.
A pochi giorni dall’esordio nel torneo si cerca di smorzare i toni e sul sito del quotidiano sportivo “Marca” si legge che molti calciatori stanno pensando di devolvere parte dei premi in beneficenza, in particolare personaggi come Casillas, Xavi, Piqué o Iniesta, che da anni collaborano con l’Unicef o presiedono organizzazioni filantropiche. Chissà se questa mossa servirà a riabilitare l’immagine della “Roja”, in attesa del riscontro sul campo.