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Diritto di critica | November 15, 2024

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L'accordo segreto tra Ue e stati: meno sovranità e maggiore integrazione

L’accordo segreto tra l’Ue e gli Stati: meno sovranità e maggiore integrazione

Ora, la Merkel, lasciata sola, cederà. In fondo non conviene nemmeno alla Germania avere un’Europa debole e a rischio di involuzione. Così, se forse non sarà possibile salvare la Grecia, non si può lasciar “morire” la Spagna o mettere in ginocchio l’Italia. Così, presto, l’approccio talvolta eccessivamente ideologico, che ha accompagnato la politica economica della Bce – ispirata, anzi, costretta dalla Bundesbank – potrebbe essere sostituito da una politica più collegiale e più attenta alla crescita.

Ridursi la sovranità e salvare l’integrazione. I vari stati nazionali sarebbero disponibili a ridurre la propria sovranità. L’idea arriverebbe dalla costatazione del fatto che le differenti politiche economiche che i singoli paesi hanno adattato, non hanno prodotto altro che un’eterogeneità tale da incidere negativamente sui paesi più deboli. Così, i vari capi di stato e di governo starebbero contrattando con le istituzioni europee una nuova integrazione. D’altronde la Ue – in questo preciso momento – ha mostrato tutti i suoi limiti. Allora, due strade: il ritorno alle monete nazionali o maggiore integrazione.

Verso una Ue più forte e Stati più deboli. In un vertice europeo di fine giugno i governi dei vari paesi metteranno sul tavolo delle trattative una riforma che potrebbe realmente far fare un salto di qualità all’Unione. Maggiori controlli sui bilanci nazionali da parte della Commissione e della Bce, politica fiscale, finanziaria, di difesa e estera comuni. Inoltre, passerebbe alla Bce o ad un altro organo sovranazionale la vigilanza sulle banche – attualmente delegata alle singole banche nazionali –. A rivelare questo piano segreto – oggi non più tale – è il Welt, il quotidiano conservatore tedesco.

Bilanci sotto controllo. Il primo e più facile passaggio potrebbe essere l’integrazione delle politiche di bilancio con un controllo lasciato appunto alle istituzioni europee. Questo è un punto fondamentale richiesto dal governo tedesco per un’apertura concreta verso gli eurobond, cioè verso la condivisione a livello dell’Unione dei rischi derivanti dall’indebitamento.

Più poteri all’Europarlamento per politiche comuni. Più complessi gli altri passaggi. Realizzare un politica fiscale, finanziaria e di sicurezza comune non sarà affatto facile. Per rispettare i criteri di democraticità della Ue – già oggi piuttosto limitati – si dovrà compensare la perdita di sovranità nazionale con maggiori poteri da assegnare al Parlamento europeo.