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Diritto di critica | November 5, 2024

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L'euro in crisi, la Svizzera prova (inutilmente) a salvare la propria moneta

L’euro in crisi, la Svizzera prova (inutilmente) a salvare la propria moneta

La Svizzera non ci crede. Non crede che l’Euro passerà la nottata. E se la Grecia dovesse essere risucchiata dalla spirale del default il sistema monetario europeo crollerà – secondo gli analisti di Berna – in breve tempo. Meglio correre ai ripari e preparare un piano per salvare il franco svizzero.

Assalto alla Svizzera. Il rischio – espresso dal direttore della banca svizzera Thomas Jordan e da Eveline Widmer-Schlumpf, ministro dell’economia – è che, nell’eventualità la moneta unica non dovesse resistere al crollo della Grecia e – chissà – del Portogallo, ci potrebbe essere una corsa all’acquisto del franco svizzero come bene rifugio di fronte al pari dell’oro. Un rischio gravissimo per l’economia elvetica che si ritroverebbe senza liquidità.

Caccia al franco svizzero. “Abbiamo intenzione di difendere l’attuale cambio euro-franco, fissato lo scorso anno a 1,20”, ha spiegato Jordan a un giornale nazionale. L’obiettivo è appunto non scendere al di sotto di quella soglia, dopo che la scorsa estate il valore delle due monete aveva quasi raggiunto il pareggio, creando non pochi danni all’industria svizzera legata all’export. Secondo i tecnici elvetici questa eventualità potrebbe ripetersi con il probabile default della Grecia. Anzi, il rischio è che il fallimento di Atene generi una vera e propria caccia al franco svizzero con seri rischi di rivalutazione della moneta nazionale.

Le difese elvetiche. Il governo elvetico ha quindi messo su una task force che possa studiare qualsiasi scenario possibile e che prepari un piano di salvataggio per l’economia svizzera. Tra le misure che potrebbero essere messe in campo in caso in cui dovesse precipitare la situazione greca riguardano l’introduzione di un filtro alla quantità di capitali in entrata e tassi di interesse negativi sui fondi e sui titoli di stato. Misure che dovrebbero disincentivare, appunto, la corsa al franco.

“La Svizzera non resisterà”. Scettici su queste misure vari economisti che ricordano come già in passato rendimenti negativi non hanno di fatto disincentivato l’assalto alle banche svizzere proprio perché in molti hanno usufruito di prestanome nazionali che si sono prestati, in cambio di denaro, ad aprire un conto o ad acquistare titoli di stato. Di conseguenza, poche speranze ci sono per il paese che ha sempre creduto di preservare la sua essenza isolandosi da tutto e tutti: l’economia elvetica risentirà comunque in maniera pesante del possibile – quanto scongiurabile – vicino europeo.