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Diritto di critica | November 16, 2024

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Oltre le polemiche, l'Emilia rischia l'esodo

Oltre le polemiche, l’Emilia rischia l’esodo

Da una parte i commentatori del sisma, dall’altra un popolo di sfollati. Che dopo le scosse di ieri comincia a temere la terza giornata nera, e la quarta, e a pensare di scappare. Questa la minaccia vera dietro le polemiche sul 2 giugno, sulle cause delle scosse, sulle previsioni: L’Emilia rischia l’abbandono?

A Roma e a Milano si discute del 2 giugno. Festeggiare o non festeggiare l’anniversario della Repubblica? Molti fanno notare che spendere 10 milioni di euro per far sfilare i soldati sui Fori Imperiali è un insulto ai terremotati: quegli stessi soldi, in tempi di vacche magre, potrebbero andare in tende, nuovi soccorsi, alimenti. E i militari stessi potrebbero essere impiegati sul campo, con vanghe invece che con fucili. Napolitano però ci tiene allo spirito nazionale e improvvisa: il 4 giugno sarà lutto nazionale per le vittime del sisma, il 2 giugno ci sentiremo più italiani sotto il tricolore pensando all’Emilia. Forse non ha torto, forse è il senso di comunità che ci manca: ma certo fa riflettere.

Sul Web impazzano altre polemiche. Grillo accusa: “si poteva prevedere tutto!” sul suo megafono digitale. Intervistando Giampaolo Giuliani, il leader del Movimento 5 Stelle denuncia la mancata prevenzione su tutto il territorio italiano, le “balle” dei sismologi in tv e l’assurdità dei capannoni industriali crollati. “Di cosa son fatti, di sangue e di sabbia?”, chiede. Mentre Giuliani insiste sulla prevenzione: “Ci trasciniamo dietro 30 anni di responsabilità gravissime, non insegnamo a nessuno come riconoscere un terremoto forte e come difendersi”. Viene da chiedersi cosa dovevamo consigliare: aprite l’ombrello di notte, che il soffitto può crollare? Di che riflettere per anni.

Almeno una cosa la sappiamo, però. Le trivellazioni petrolifere non c’entrano nulla con il terremoto. La bufala era circolata già dopo il 20 maggio, e sostiene che le iniezioni di liquidi in profondità per spaccare le rocce usate nelle trivellazioni esplorative hanno generato – o almeno moltiplicato – il sisma. Peccato che in Italia questa tecnica non viene usata, per la struttura geologica del terreno. Nemmeno nelle isole, men che mai in Padana.

Dopo le chiacchiere, la realtà degli sfollati. In città la paura è stata tanta, ma le vittime non ci sono state. In campagna e nei piccoli centri sì. La gente esce lentamente dallo shock della prima ora, della prima notte in tenda o in macchina (e della seconda, o terza per i 6mila del 20 maggio) e comincia a chiedersi cosa fare a partire da domani. Il rischio è che il fronte del sisma continui a muoversi, e che le scosse si ripetano per diversi giorni, forse settimane. Già ora nelle tendopoli si parla di lasciare il piccolo paese e spostarsi: migrare altrove, dove la terra non trema. Rischiamo di avere un buco di abbandono al centro dell’Italia. Non lasciamo sola l’Emilia.

Comments

  1. Gianlupi

    Che omuncolo il presidente della repubblica, nella sua scelta ho il sospetto che sia sclerotico, non capisce la solidarietà dei fatti, mi vergogno di avere un tale presidente.

  2. S Incredulo

     Hai perfetamente ragione vivi con lo stress adosso e con la paura a mille e non sappiamo mai la verità dei fatti per colpa di tanti disonesti !