"Avremo presto gli Eurobond", Monti in pressing sulla Merkel
Monti, si sa, non è uomo dalla dichiarazione ad effetto. Ma il fatto che abbia dichiarato che “gli Eurobond si faranno” lascia presagire che a Bruxelles qualcosa sta realmente cambiando. L’elezione di Hollande ha realmente scompaginato il quadro politico della Ue, nonostante sia per ora ancora un presidente “dimezzato”.
Il nuovo asse Roma-Parigi. Oggi a Bruxelles si celebra la fine dell’asse franco-tedesco, al di là delle dichiarazioni ufficiali. Ma se un asse muore, ne nasce subito un altro: quello tra Roma e Parigi. E nasce all’insegna di una parola d’ordine, divenuta oramai un imperativo categorico: Crescita.
La linea Maginot, al contrario Dopo l’uscita di scena di Sarkozy, la Merkel è realmente sola. Parigi e Berlino hanno sugli eurobond visioni ben diverse. E Hollande può trovare un forte alleato in Monti. Il presidente del Consiglio, infatti, ha specificato che “L’Italia vede molto favorevolmente la creazione, quando i tempi saranno più maturi, non fra moltissimo tempo, di Eurobond”. Ma, al di là delle prese di posizione del nostro Paese, la battaglia più grande si giocherà lungo la Linea Maginot anche se questa volta non saranno i francesi a soccombere.
Verso gli Eurobond. “Per ora c’è l’idea da parte della Germania che gli Eurobond possano solo essere un punto di arrivo, mentre per noi sono un punto di partenza”, spiega Hollande in conferenza stampa. “Rispetto comunque il parere di Angela Merkel e continuiamo a cercare un compromesso ma non ci siamo ancora”. Più possibilista invece è Mario Monti che cerca di lavorare per trovare un’utile mediazione tra Germania e Francia. “Il fatto che il tema degli Eurobond sia chiaramente sul tavolo e abbia consensi da parte di Paesi che sono e che non sono nella zona euro, come la Gran Bretagna, significa che la cosa si muove e credo che questo determinerà aspettative nei mercati”, spiega il professore. “Credo che la signora Merkel si renda perfettamente conto delle esigenze dei governi nazionali nei confronti dei cittadini”.
Parole di speranza per un’Europa arrivata ad un punto morto, con un malato terminale in casa come la Grecia e con una difficile situazione economica che interessa gran parte dei paesi del Vecchio Continente.
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Gli eurobond non saranno i risolutori di tutto lo sfascio europeo. Ci vorrebbe altro che fare altri debiti!!!
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