"Io e te", Bertolucci porta sullo schermo l'adolescenza secondo Ammaniti
Un’accoglienza degna di un grande Maestro. Applausi e affetto hanno accolto ieri al festival di Cannes Bernardo Bertolucci, dopo la proiezione fuori concorso di “Io e Te”, ultima fatica del regista parmense. Un ritorno in grande stile sulla Croisette, dopo la consegna della Palma d’Oro alla carriera avvenuta lo scorso anno: ma anche un ritorno cinematografico, dopo un periodo doloroso di lontananza dal set.
‘E’ stato un ritorno alla vita – ha spiegato Bertolucci in conferenza stampa – vivevo da dieci anni con un torpore dal quale mi sono svegliato solo quando ho accettato di essere un ‘diversamente abile’. Nella vita ho imparato che se si lotta contro qualcosa, allora ci sono problemi. Bisogna accettare quello che succede”.
E nel tornare a parlare dal grande schermo, il regista sceglie un argomento che gli è caro, quello dell’adolescenza: l’ultima volta era stato nove anni fa con il molto discusso “The Dreamers – I sognatori”, e anche stavolta c’è un garbo ed una capacità di visione particolare nel porre lo specchio su quella stagione della vita tanto fragile. “Io e Te” ha infatti come protagonisti due giovani al debutto, Jacopo Olmo Antinori e Tea Leoni. Prestano il volto per interpretare Lorenzo e Olivia, due fratellastri che hanno in comune tanta solitudine e paura di crescere in un mondo di adulti distanti. Lui, solitario e schivo ai limiti dell’autismo, finge di partire per la settimana bianca ma in realtà si nasconde in cantina: solo, tra le cose inutili e messe da parte, che non servono più a nessuno. E lei, la sorellastra con problemi di tossicodipendenza che lo scopre per caso lì e da quel momento non lo lascia: mondi lontani solo all’apparenza, un ponte gettato tra due anime che si ritrovano e si appigliano l’una all’altra. Per affrontare il mondo esterno.
Emozionati i giovani attori protagonisti (nel cast anche Pippo Delbono e Sonia Bergamasco), entusiasti di aver lavorato con una personalità tanto importante come quella di Bertolucci: ”Stare sul set con Bernardo è stata l’esperienza più bella che abbia mai fatto per la sua grande umanità. Come dice lui, abbiamo vissuto un momento di malinconia grandiosa. È come se avesse tirato fuori di noi dei filamenti e li avesse ricuciti in maniera perfetta”, ha detto ai giornalisti Tea Leoni.
E dev’essere davvero incredibile per un giovane agli inizi della carriera, lavorare con un colosso del cinema italiano come Bernardo Bertolucci, il regista di tanti film importanti ma soprattutto di quello che ormai è diventato un’icona, il discusso “Ultimo tango a Parigi” con Marlon Brando e Maria Schneider. Il film presentato al festival ha riscosso il parere favorevole di tutta la stampa, tanto da suscitare la curiosità circa la mancata partecipazione alla competizione: “Non volevo sollevare polemiche, visto che l’anno scorso sono stato premiato con la Palma d’Oro alla carriera. Ho preferito così”, la risposta arriva dallo stesso Bertolucci, che al contempo confessa la grande soddisfazione del suo ritorno al lavoro, grazie all’incontro con un libro bello come quello di Nicolò Ammaniti, da cui è tratto il film. Una storia perfetta per essere sceneggiata dalle penne abili di Umberto Contarello e Francesca Marciano, e poi trasposta poeticamente sullo schermo dal regista; a Cannes non partecipava dal 1996, l’anno di “Io ballo da sola”, dove raccontava l’estate toscana di una giovanissima Liv Tyler.
Per vedere “Io e Te” sugli schermi si dovrà aspettare ottobre, quando il film verrà distribuito da Medusa. Una chicca del film? “Sapce Oddity” di David Bowie cantata in italiano dal Duca Bianco sui testi di Mogol, “Ragazzo solo, ragazza sola”.