"Amour", un sentimento senza età
È un film totale e perfetto, il nuovo film di Michael Haneke, presentato a Cannes nel quinto giorno del suo Festival. “Amour”, settima opera del regista austriaco, ha emozionato e fatto vibrare la stampa e i critici di tutto il mondo: un melò incredibile, straziante, che racconta il senso dell’amore nella sua pienezza e il legame fortissimo di una coppia avanti con l’età. Georges e Anne, ottantenni colti e raffinati, ex insegnanti di pianoforte in pensione, una vita passata insieme: quando irrompe la malattia di lei, nella sua barbarica ferocia, si spezza un equilibrio e la vecchiaia, la morte, il decadimento fisico e mentale appaiono come un insulto all’amore coniugale. Anne, che ha il volto e la bravura sconfinata di Emmanuelle Riva, comincia la sua discesa verso l’oblio con l’avanzare inesorabile della malattia; e Georges, interpretato da un monumento del cinema francese come Jean Louis Trintignant, marito devoto, si occupa di lei, la ama come può. Come se potesse cambiare il corso degli eventi.
Una lirica così intensa che i più vedono come possibile vincitrice del Festival, e anche per Trintignant il palmarès del miglior protagonista maschile appare molto probabile. E per entrambi sarebbe un bis, perchè il regista ha vinto nel 2009 con “Il nastro bianco”, l’attore tra i più famosi di Francia nel 1969 con “Zeta”.
“Avevo deciso di abbandonare il cinema per il teatro, ma Haneke mi ha proposto un ruolo così straordinario… è il miglior regista del mondo, non gli si può dire di no”. Il vecchio Trintignant, già folgorato dai tempi di “Cachè”, ha omaggiato sinceramente il regista di “Amour” in conferenza stampa. Ai giornalisti in sala, ha regalato l’incanto di braccia alzate per accogliere i loro applausi e il sorriso sereno di uno splendido ottuagenario. Una serenità riconquistata, dopo gli anni terribili e la depressione seguiti alla morte violenta della figlia. Sono passati quasi dieci anni infatti dalla scomparsa di Marie Trintignant, uccisa dalle percosse di Bertrand Cantat, leader del gruppo rock dei Noir Dèsir: un lungo tunnel nel dolore più cupo, che l’attore racconta senza veli in una biografia sotto forma di intervista che è uscita in questi giorni in Francia. In questo libro di Andrè Assèo dal titolo “Jean Louis Trintignant Du Cote d’ùzes”, l’interprete di tanti memorabili film, girati coi registi più famosi del mondo, confida i suoi ultimi difficilissimi anni. Il vuoto della perdita, la paralisi artistica, la voglia di abbandonare tutto: poi la scelta di ricalcare le scene del teatro, di portare avanti come un tributo alla figlia Mariè, uno spettacolo ispirato dalla poesia di Apollinaire. Dopo Roger Vadim, Lelouch, Truffaut, Kieslowski, Risi, Zurlini e Bertolucci, questo vecchio leone del cinema internazionale, scelse la dimensione più intima dell’atto recitativo, il teatro. La rinascita, con Haneke, ha il segno della pacificazione di un’anima che ha fatto un lungo percorso.
Tornando al film, c’è da annotare la presenza di Isabelle Huppert, nel ruolo della figlia Eva. “Sono due attori meravigliosi” – ha detto l’attrice – “con Jean Louis avevo già lavorato al cinema, con Emmanuelle a teatro, ad Avignone”. Eva è una figlia distratta, che vive lontano dai genitori, ma che soprattutto non accetta l’idea di ciò che sta accadendo. E’ lontana, un altro universo: si intuiscono i rapporti tesi con il padre e la madre, ma più di tutto lei non c’entra assolutamente nulla con gli avvenimenti. E’ un amore esclusivo quello di Georges e Anne, è un dolore senza sconti, che non conosce mediazione e intermediazione: forse Haneke ha provato a raccontare anche quel sottile confine che i figli non possono valicare, nel legame tra i propri genitori, anche e soprattutto quando la vita appare piegarsi su se’ stessa.
Michael Haneke sceglie un’ambientazione naturalistica, quasi claustrofobica: non c’è azione in Amour, ne’ scatti narrativi. All’immobilità crescente di Anne e al conseguente strazio di Georges, si affiancano però un vortice di emozioni e pulsioni di grande intensità.
E il plauso va anche alla splendida Emmanuelle Riva, la star di un capolavoro come “Hiroshima Mon Amour”: la Anne che porta sullo schermo di Amour ha i suoi tratti dolci, l’intensità di uno sguardo profondo. Bravissima in un ruolo difficile, e perfetta nell’accostamento a Trintignant: due attori sapienti, due meravigliosi grandi ‘vecchi’ del cinema, dalla carica vitale senza pari. Sono loro, gli ottantenni più illuminati, a poter raccontare com’è, un grande amore al tramonto della vita. Soprattutto se a dirigerli c’è un regista come Haneke, sobrio e scarno, essenziale e diretto, che punta al cuore dei personaggi e della storia, per dare la sua verità senza sconti per nessuno.
“Amour” uscirà il 31 ottobre 2012, distribuito da Teodora.