Amministrative, il PdL scompare ma Berlusconi minimizza - Diritto di critica
L’ANALISI – «Ora che c’è il festival dell’antipolitica pensavo ci fosse un’affluenza più bassa e più penalizzante per noi. I risultati sono andati al di là delle aspettative […] stiamo pensando a una grande confederazione di tutti i moderati, di tutti quelli che non si riconoscono nella sinistra».
La ricetta Putin. Con queste parole Silvio Berlusconi ha cercato di salvare il salvabile e di tamponare l’emorragia di voti e consensi – anche interni al partito, nei confronti del Segretario, Angelino Alfano – a poche ore dalle amministrative. A “salvarlo” dalle incombenze del post-voto (con un PdL al di sotto del 20%), la vacanza e i festeggiamenti a casa Putin, l’amico di sempre, lo stesso a cui – durante un’inaugurazione di una fabbrica di lavatrici in Russia, nel 2004 – Berlusconi avrebbe chiesto: “Come fai ad avere sempre il 70% dei consensi?”. A quanto pare la risposta non dev’essere arrivata.
Il sogno infranto. Nonostante le celebrazioni moscovite, però, agli atti resta la grande delusione di un Berlusconi che ha illuso il suo elettorato. Finito il sogno, in mano resta ben poco: sensazioni, briciole, scampoli di realtà. A parte alcuni exploit mediatici come durante la crisi dei rifiuti di Napoli, il terremoto dell’Aquila e poco altro, l’elettorato piddiellino è rimasto “bruciato” dal caso Ruby, dal giro di presunte escort e dalla corte dei miracoli che a vario titolo viveva e si aggirava ad Arcore. Mentre sul piano politico, le dimissioni di Berlusconi a favore di un governo tecnico sono state avvertite come il riconoscimento di un fallimento, una situazione aggravata dall’appoggio dato poi all’Esecutivo Monti, vissuto ormai come il partito delle tasse e della mancata crescita.
La scomparsa del PdL e la partita sui moderati. Stando al responso delle amministrative, il PdL è quasi scomparso a livello percentuale e ha fallito perché è stato incapace di costruire un’offerta politica forte, che guardasse a quei moderati tirati in ballo da Berlusconi ieri e che costituiscono un bacino agognato da tutti ma terribilmente sfuggente. Lasciando da parte forze come La Destra, Sinistra Ecologia e Liberta, la Lega o L’IdV, è al centro – nell’area moderata – che si gioca e si giocherà la partita per le prossime elezioni politiche. Ed è sempre in quel contesto di centro (di destra o sinistra che sia) che stanno nascendo movimenti e nuove forze politiche: Terzo Polo, Partito della Nazione, Italia Futura, la congrega di Pisanu. E gli stessi partiti di maggioranza – Pd e PdL – guardano con preoccupazione alle ale più estreme, consapevoli della difficoltà che una rappresentazione come quella della foto di Vasto (per il Pd) creerebbe proprio nell’elettorato moderato.
Alfano, l’improbabile candidato premier. Lo stesso Alfano è ormai un leader “bruciato” e forse non ha mai guidato veramente il partito. Di certo – anche se tutti negano – con questa sconfitta a perdere è anche e soprattutto il suo modello di PdL, un “partito degli onesti” mai decollato, contr’altare – foss’anche solo a livello semantico – a un precedente “partito dei disonesti”. L’errore di comunicazione è stato commesso dapprincipio.
Un partito fuori-rotta. Al PdL adesso non resta altro che raccogliere i cocci e tentare di limitare le spinte intestine (ex An in testa), per tenere la barra a dritta. L’impressione però è che anche il timoniere – Silvio Berlusconi – abbia ormai smarrito mappe e rotte.
-
b. ormai ha ceduto all’alzheimer, niente la verità lo tocca
Comments