Grecia, neonazisti in Parlamento - Diritto di critica
E’ finita come si poteva immaginare, con il trionfo della paura. I greci ne hanno da vendere e l’hanno dimostrato al voto di ieri. I partiti favorevoli al Memorandum europeo – aiuti in cambio di austerity massiccia – sono crollati, perdendo oltre il 20% a testa. La gente ha scelto il voto di rabbia, e ne è uscito un mostro: Alba Dorata. Partito xenofobo e neofascista che vuol minare i confini del Paese, espellere gli immigrati e rigettare ogni accordo con Bruxelles.
Astensione alle stelle. Quattro cittadini su 10 hanno rifiutato di dare il proprio voto. Per il 40% dei greci, la politica (nè quella moderata nè quella estrema) non ha risposte da offrire alla crisi. Il destino della Grecia non lo decidono più i politici ma le banche, sembrano dire gli astensionisti. Morgan Stanley ha contribuito a generare questa idea: nei giorni scorsi, diversi comunicati stampa avvertivano che “un voto non in linea con le attese” (cioè un eventuale crollo dei partiti pro-Austerity) avrebbe inevitabilmente portato il paese al collasso. All’uscita dall’Euro e il default. Qualsiasi governo eletto non potrebbe che affrontare questo ricatto – e sottostare.
Vince la Paura. Vera vincitrice di queste elezioni è la paura, e di riflesso chi la vende a basso costo. Il partito Chrysi Avgi, ovvero Alba Dorata. Il simbolo (una “greca” a forma di svastica) riassume i tratti distintivi del gruppo: nazionalista, xenofobo e violento. Un giornale greco – Eleftherotipia – ha tenuto il conto delle aggressioni a immigrati clandestini: 52 dal 1992 ad oggi, nelle città di Atene, Salonicco, Patrasso, Komotini e Hania. Ci è anche scappato il morto, in due occasioni.
Idee Chiare? La Patria è in crisi per colpa dell’invasione degli stranieri, extracomunitari di ogni origine. Bisogna chiudere le frontiere, stendere campi minati ai confini e aspettare che i clandestini ci esplodano sopra. In seconda battuta, espellere tutti quelli che già si trovano su territorio ellenico – circa un milione di immigrati. E reintrodurre, a scanso di equivoci, la pena di morte per gli spacciatori. In campo economico, l’unica dichiarazione rilevante del leader Mihaloliakos è che non accetterà il memorandum d’intesa con Bruxelles. Ma nessuna ricetta salvifica alla disoccupazione (20% nel paese, oltre il 50% quella giovanile) o al crollo dei redditi.
La paura fa miracoli. Nel 2009, il partito Alba Dorata raccolse un misero 0,23% dei voti: il suo leader Nikolas Mihaloliakos conquistò faticosamente l’anno successivo un seggio comunale ad Atene, e aprì il suo mandato con un saluto romano alla prima seduta utile. Oggi, lo stesso partito ha raccolto il 7% dei voti. E’ in Parlamento, con 22 seggi. Contribuirà a decidere il futuro del paese. A chi attribuire questo triste risultato? Ai greci, o alla linea durissima imposta da Sarkozy e Merkel (e dalle banche, dal Fondo Monetario, dalla Banca mondiale, etc) al paese? Cosa ci si poteva aspettare da un popolo con il cappio al collo?