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Diritto di critica | November 25, 2024

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Energia, il Governo torna al ''petrolio nazionale'' - Diritto di critica

Energia, il Governo torna al ”petrolio nazionale”

“E’ necessario rilanciare la produzione nazionale di idrocarburi”. Lo afferma il sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, che chiarisce senza mezzi termini: “dobbiamo raddoppiare la produzione attuale”. La soluzione “fossile” proposta dall’esponente del Governo Monti si scontra drammaticamente con l’eco-energia, al centro della Terza Conferenza del diritto dell’energia. Al fotovoltaico si contrappone il petrolio. Dove si vuole arrivare?

Alla Conferenza, promossa dal Gestore dei servizi elettrici e dall’Università Roma Tre, era in discussione il modello giuridico degli incentivi all’energia green. Il prof. Giulio Napolitano, al termine degli interventi accademici, sintetizzava la questione: “è necessario ripensare il sistema di copertura degli incentivi”- che al momento grava sulla bolletta – “e soprattutto rivalutare la governance dell’intera rete energetica del Paese, dalle fonti tradizionali a quelle rinnovabili, in un’ottica d’insieme”.

Il dibattito ha preso una piega diversa con l’intervento degli industriali. Il presidente dell’Enel, Paolo Colombo, ha attaccato la “debolezza della filiera rinnovabile italiana, basata su tecnologie straniere prodotte all’estero”. Per non parlare delle piccole produzioni e degli incentivi al fotovoltaico, “chiaramente inefficienti”. Dopo le rituali bacchettate al referendum anti-nucleare, Colombo chiede nuova attenzione agli impianti convenzionali. “Privilegiare i grandi investimenti è prioritario”, conclude il presidente dell’Enel.

Il sottosegretario De Vincenti sembra d’accordo. La sua ricetta, escludendo il consueto richiamo al taglio degli sprechi, è identica a quella proposta da Colombo: in primo luogo, rendere sostenibili – ovvero tagliare – gli incentivi alle rinnovabili “in tempi abbastanza stretti”, forse con un decreto legge già in maggio. Subito dopo, trasformare l’Italia in un hub del gas per l’intera Europa, potenziando la rete dei gasdotti e i rigassificatori – per la gioia delle centrali Enel e delle condotte Snam Rete Gas. Ma soprattutto, “stiamo lavorando a raddoppiare la produzione interna di idrocarburi”. Cioè rilanciare i giacimenti off-shore di Sicilia e Calabria, duramente contestati dai movimenti ambientalisti negli anni scorsi – ed erano solo esplorazioni.


Il governo Monti
riscopre così l’energia fossile, e si prepara ad investire in trivelle ciò che toglierà tra un mese al fotovoltaico. Il motivo è semplice. Fotovoltaico significa impianti piccoli, diffusi, controllati da piccoli produttori o addirittura da singoli cittadini: in una parola, incontrollabile. Gas e petrolio, invece, sono sinonimo di multinazionali e superproduzioni. La scelta tra i due modelli, a quanto pare, è già stata fatta. Senza di noi
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Comments

  1. Energia, il Governo torna al ”petrolio nazionale”

  2. Energia, il Governo torna al ”petrolio nazionale”

  3. Dear De Vincenti,dopo le sue dichiarazioni da tutto il mondo mi chiedono se è vero?Dico a tutti che Lei voleva dire che da 5 miliardi di business autoprodotto,passiamo a 10 miliardi ma i quantitativi sono bassi,il 20% il gas e 5-7% il petrolio.Se Lei ha altre cifre Le dica o Le hanno dato le cartine del vecchio Desio sulla Libia dove prima della guerra trovo il petrolio,ma non poteva arrivarci? Mi sembra una forzatura perchè Assominiere al Senato ha detto 12-14 miliardi investiti.70.000 posti
    ma non ha dato un dato sui quantitativi ne il fatturato futuro che ho stimato.La miniera senza scavare Lei l’ha in casa ma è cieco e non la vede.Dal mare-vento-acqua conbinato con il vento saltano fuori 600 GW e convertitbili per 400 GW sono 70 miliardi di litri di carburante rinnovabile.
    Poi se siamo furbi ne otteniamo 100 miliardi di litri dal glucosio perchè se 500.000 agricoltori producono 0,2 milioni di litri annui,otteniamo 100 miliardi di litri che ad 1 euro litro sono 100 miliardi di cui 50 miliardi vanno all’agricoltore.Quanto costa?: 22 miliardi le 2 filiere refuels e biofuels da glucosio.Costa 12-14 miliardi bucherellare l’Italia per raddoppiare i carburanti fossili?La risposta è di Toto'”Ma mi faccia il piacere..”Lei ci crede,io no.

  4. Questi governanti di tecnici, di tecnologia, non capiscono una mazza..- MA CHE RAZZA DI TECNICI SONO?? Le energie rinnovabili se fossero state incentivate, fin dopo le costruzioni delle dighe in Italia a questo punto noi saremo, esportatori di energia elettrica e le nostre auto andrebbero a idrogeno (perchè la tecnologia ora lo permette!!). Ma i governi che si sono succeduti da quarant’anni a questa parte , hanno sempre agevolato, i petrolieri e i carburanti fossili, perchè c’erano guadagni ed enormi interessi, e nessuno si preoccupava della salute e dell’ambiente…Ora la gente ha preso coscienza di questo, e non si può andare in controtendenza , il ministro stia attento, a non considerare la salute e l’ambiente , il popolo (non è bue) è LUI L’ ASINO   (con tutto il rispetto per l’asino!) . La tecnologia deve andare di pari passo con le novita’ tecniche , non si possono tenere in cassaforte ben chiuse le novità, per poter usufruire e godere , senza creare inquinamento e malattie alla popolazione, qui si continua a privilegiare il massimo profitto al massimo inquinamento… BISOGNA DARE UNA STERZATA , MAGARI TORNANDO  ( gia ci siamo)UN PO’  INDIETRO !!!

  5. pier luigi caffese

    L’energia italiana vede sempre la polvere sulla trave ma non vede mai la trave e vi sbatte contro.Dire che raddoppiamo la produzione di idrocarburi in Italia significa levare la polvere perchè non è vero che ci sia la possibilità di raddoppiare,lo dimostrino con dati veri geologici.
    Il Governo con questa boutade non fa diminuire:
    -l’energia elettrica del 40%
    -il gas del 20%
    -non crea 220.000 posti in energia e 500.000 in agribusiness
    -non leva lo smog e Co2
    -importa per 80 miliardi annui e se trova in Italia idrocarburi per 10 miliardi,il saldo negativo è 70 miliardi di import fossile annuo che in 30 anni sono 2100 miliardi
    -discutiamo il ft di 10 miliardi che ci costa 200 miliardi per 30 GW
    -nel mio piano scritto ed inviato a tutti produco 600 GW e 70 miliardi di litri di refuel per 100 miliardi annui di ricavi.
    Una osservazione a Folegati sull’idrogeno:non si usa l’idrogeno come fuel, ma come vettore intermedio.Le auto ad H sono care oltre 100.000 euro ed è pericoloso usare l’H,difatti si mette blended con il metano(pompa eni tang.sud mi).Oggi esistono carburanti rinnovabili che possono vendersi ad 1 euro alla pompa e vengono dal vento,mare,acqua,rifiuti,sole ma CP,non ft, e glucosio
    base biobutanolo(non da petrolio perchè costa 3 volte tanto).
    Si,glucosio.Mi batto come un pazzo per farlo capire ma i muri di gomma sono altissimi.PENSI CHE SE 500.000 AGRICOLTORI producono 200.000 litri annui ottengo 100 miliardi di litri per 100 miliardi e gli agricoltori si metterebbero in tasca 50 miliardi,cifra che l’agribusiness italiano non ha mai visto.Ma non lo dica a Scaroni che nega i refuels e non ama i biofuels da biobutanolo.