Adesso la politica teme l'inciucio sulla Giustizia - Diritto di critica
La legge elettorale sicuro, l’articolo 18 forse, la riforma della Giustizia mai. A grandi linee sono queste le prospettive delle principali leggi da discutere in Parlamento da qui a qualche settimana. E sulla giustizia, in particolare, non c’è vertice “a tre” che regga. Anzi. Dopo una riunione dei capigruppo della maggioranza con il ministro Paola Severino, tutto è stato rimandato ai prossimi giorni, con un’agenda fitta di appuntamenti bilaterali – definiti da Di Pietro “gli incontri del caminetto” – tra i tecnici del Governo e gli esperti dei partiti. Secondo il ministro, infatti, è necessario trovare soluzioni condivise ma trasparenti, bypassando le lungaggini degli emendamenti. Nonostante la buona volontà, però, un’intesa prima delle amministrative appare difficile, se non impossibile. Il tutto mentre alla Camera è ancora in sospeso il ddl sulla corruzione e al Senato quello sulla Responsabilità civile. Meglio dunque avviare incontri “a quattr’occhi” che non esporsi a strali e critiche come già è avvenuto per la riforma del lavoro.
FINE DEI VERTICI TRA “A.B.C.” – E sul fronte dei partiti, la conferenza sulla Giustizia organizzata dal Pd ha fornito spunti di riflessione e segnato il passo rispetto al PdL. Dopo il pranzo di Cernobbio e l’incontro con gli agricoltori di Taormina, infatti, il rito dei vertici “di maggioranza” sembra aver avuto vita breve ed essersi infranto sulla riforma del mercato del lavoro prima e sulla questione Giustizia poi.
ARTICOLO 18 E GIUSTIZIA – Nell’ordine, il problema dell’articolo18 è tutto politico – sul versante dei tecnicismi, in realtà, sarebbe di facile soluzione – con un Bersani che non potrebbe rischiare di apparire come un leader che non difende i lavoratori e il premier, Mario Monti, che non può permettersi di vacillare davanti all’Europa. Ma è sulla Giustizia che Pd e PdL – per buona pace di Casini – rischiano di scontrarsi senza soluzione. Secondo Cicchitto e Gasparri, le differenze “sono grandi” sulle intercettazioni, mentre sul ddl corruzione qualche margine di manovra ci sarebbe.
L’INCIUCIO – Secondo altri, invece, gli incontri bilaterali tra i partiti e il ministro Severino puzzano di inciucio. Un timore ripetuto e rilanciato anche da Andrea Orlando, responsabile Giustizia per il Partito democratico, che ha aperto la conferenza sul tema. Tre sono i punti irrinunciabili: “abolire la ex Cirielli, abolire il reato di immigrazione clandestina, approvare subito la legge sulla corruzione”. E Bersani stesso sottolinea: “siamo flessibili ma su certi punti non ci spezziamo”. Sulla Giustizia è guerra di trincea.
Twitter: @emilioftorsello
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