L'assassino di Tolosa non era un "lupo solitario" - Diritto di critica
di Giovanni Giacalone
La versione del “lupo solitario” non regge più. Mohamed Merah, il terrorista ventitreenne responsabile della morte di otto persone era appartenente con suo fratello Abdelkader ad una rete qaedista. I servizi segreti erano a conoscenza di questo legame. Secondo alcune indiscrezioni, l’intelligence francese lo avrebbe lasciato agire indisturbato affinché facesse da esca per “pesci più grandi”.
Dopo tutto è lo stesso Mohammed Merah, nella notte dell’assedio, a chiedere di parlare con un funzionario dei servizi francesi che, sembra, lo conoscesse bene. La Cia avrebbe inoltre avvisato i colleghi francesi della pericolosità del soggetto, il quale era anche nella “lista nera” delle persone interdette dai voli verso gli Stati Uniti.
Il fratello, Abdelkader Merah, era già noto ai servizi francesi nel 2007, quando dall’Egitto organizzava i viaggi dei jihadisti europei verso Iraq e Afghanistan. Secondo fonti della Associated Press i militanti venivano prima mandati nelle madrasse più radicali in Egitto per rinfrescare la dottrina salafita e, successivamente, in Medio Oriente.
Nella stessa rete vi sarebbero poi il predicatore franco-siriano Olivier Corel e Sabri Essid, quest’ultimo tenuto sotto controllo in quanto progettava attentati contro il consolato americano di Lione e contro un supermercato a Tolosa. Nel 2006 Essid venne arrestato al confine tra Iraq e Siria mentre trasportava armi e fu rispedito in Francia; lo stesso Mohammed Merah lo andò a trovare in carcere.
Tra il 2007 e il 2008 Mohamed avrebbe viaggiato tra Pakistan e Afghanistan dove, secondo alcune fonti, sarebbe stato arrestato nei pressi di Kandahar con l’accusa di costruire bombe. Venne rinchiuso nel carcere di Sarposa, da dove evase insieme a numerosi talebani nel giugno del 2008.
Ma la notizia forse più clamorosa arriva dal quotidiano israeliano Haaretz, secondo cui Mohamed Merah avrebbe visitato Israele nel 2010 e sarebbe anche stato arrestato a Gerusalemme per possesso di arma da taglio e rilasciato poco dopo. Sarebbe stato il capo dell’agenzia di intelligence francese DCRI, Bernard Squarcini, a rivelarlo al quotidiano Le Monde, affermando anche che sul passaporto di Merah vi sarebbero i timbri di entrata e uscita dallo stato ebraico. Le autorità israeliane hanno però negato il fatto.
Se ciò risultasse vero, Merah avrebbe potuto godere di un’ampia libertà di movimento, fino ad arrivare al punto di riuscire ad entrare in Israele, paese noto per i rigorosi controlli, venire arrestato e rilasciato senza che nessuno si accorga dei suoi legami con cellule terroristiche. Che si tratti di un doppio agente francese sfuggito al controllo? Ovviamente sono solo ipotesi, ipotesi inquietanti che gettano ombre oscure sul killer di Tolosa.