L'Italia dei brogli e dei Laqualunque. Palermo sembra la Mosca di Putin - Diritto di critica
Sembravano la soluzione a tutti i mali. Ma, dopo brogli e voti falsi, le primarie stanno mettendo in luce il lato peggiore di questa politica, fatta di piccoli ma agguerriti capo-popolo, in lotta per il controllo del partito. E per controllare il partito farebbero di tutto, foraggiati da lobby e gruppi di potere.
Quelle “maledette” primarie. Così le primarie si stanno rivelando un grande strumento in mani sbagliate. Anzi, nelle peggiori mani. L’ultimo esempio in ordine di tempo è quello di Palermo, durante le primarie del Pd, il partito che le ha introdotte nel sistema politico italiano, ma anche il partito che più ha sofferto per questa scelta. Vittorie di outsider, irregolarità, brogli. Di esempi ce ne sono a bizzeffe.
Se fosse solo un problema di “Zen”. Nel capoluogo siciliano, lo scorso 4 marzo, si sono confrontati il giovane Fabrizio Ferrandelli e Rita Borsellino per la candidatura del centro-sinistra alla guida della città. A sorpresa ha vinto il primo. L’elezione è stata contestata perché sono risultati vari brogli. Ma, dopo il controllo da parte dei garanti, il voto è stato confermato, nonostante irregolarità ritenute marginali, nel quartiere Zen.
Palermo-Sicilia, sola andata. Questa sfida elettorale, in salsa russa, nasconde, in realtà, interessi politici che vanno ben al di là di una semplice primaria. Ferrandelli era un esponente dell’Idv ma, dopo aver deciso di candidarsi alle primarie, è stato espulso dal partito, prima che la stessa Italia dei Valori decidesse di partecipare a questa consultazione, appoggiando la sorella del noto magistrato ucciso dalla mafia. La giovane promessa della politica palermitana ha trovato appoggio in una serie di movimenti e nell’ala “collaborativa” del Pd siciliano, cioè quella parte del Pd che ritiene fondamentale proseguire l’alleanza con l’Mpa, il partito del presidente della Regione ed ex Dc, Raffaele Lombardo.
La coalizione in frantumi. Ora il risultato – macchiato da alcune irregolarità ma sostanzialmente corretto, secondo i garanti – non è riconosciuto dagli altri partiti della coalizione: in primo luogo Idv e Sel. Così, gli altri partiti annunciano di sfilarsi dalla coalizione se non verrà scelto un altro candidato, al di là del voto popolare.
Addio, Bersani. Palermo rappresenta l’ennesima puntata di un telefilm già visto, una spina nel fianco di Bersani che da una parte farebbe a meno delle primarie, dall’altra sa che oramai si tratta di un meccanismo irrinunciabile di fronte al gap sempre più ampio tra politica e società. Palermo, dopo Genova, Milano, Cagliari e Napoli, rischia di rappresentare l’ennesimo e forse decisivo colpo alla rielezione del segretario del Pd e la fine di qualsiasi possibilità di arrivare a Palazzo Chigi.
Se il broglio è bipartisan. Bersani, però, è in buona compagnia. Brogli e irregolarità sono bipartisan. A Varese sono state annullate le primarie della Lega, mentre il Pdl si è ritrovato invischiato in una storiaccia di tessere false. Ma quella, si sa, è un’altra storia.
-
Questi politici emblema della corruzione e del male affare devono solo andare a casa.
-
Ma perchè tanta meraviglia?credevate che i comunisti erana migliori? Hanno saputo solo nascondere meglio il loro malaffare.
Comments